”Disoccupati fino a 30 anni, pensionati a 67. Resistiamo, questa società non la vogliamo!”. Gridano così gli studenti francesi il loro rifiuto della riforma delle pensioni voluta dal presidente Sarkozy, scendendo nelle strade e bloccando le scuole. Sono 900 gli istituti mobilitati oggi in tutto il Paese, di cui 700 bloccati, secondo gli ultimi dati del sindacato studentesco UNL.
In assemblea hanno già votato il blocco anche per domani. La Fidl, seconda organizzazione studentesca, al grido ”né bambini, né burattini” ha lanciato un appello a manifestare domani mattina davanti alla sede del governo. E’ una protesta che cresce quella dei giovani, per lo più liceali di 15, 16 anni, ma oggi anche universitari e insegnanti si sono uniti ai cortei. A Parigi ad alzare le barricate sono stati una trentina di licei ed i ragazzi sono andati a gridare nei megafoni la loro rabbia davanti alla sede del Medef, la Confindustria francese, blindata di celerini.
”Serve una politica massiccia per il lavoro dei giovani, perché più posti di lavoro significa più contribuenti e quindi più soldi per finanziare le pensioni”, ha commentato con i giornalisti il presidente dell’UNL, Victor Colombani, 16 anni.
Non c’ènessuna strumentalizzazione, fanno appello alla ”solidarietà intergenerazionale”: ”siamo abbastanza grandi – aggiunge – per decidere da soli di mobilitarsi su una questione che ci riguarda da vicino. Oggi siamo qui, c’eravamo martedi’, ci saremo sabato”. Si sentono i primi interessati (ma anche i primi a essere stati ignorati dal governo) da una riforma che portera’ l’eta’ pensionabile da 60 a 62 anni: ”Siamo qui in quanto cittadini, futuri elettori e lavoratori” dice Timothe’, 16 anni.
