KIEV – Doveva essere la sua partita: quando fu assegnata dall’Uefa all’Ucraina la finale dell’europeo di calcio 2012, Iulia Timoshenko era premier. In tribuna presidenziale invece la leader della rivoluzione arancione domani non ci sarà, e la partita la vedrà alla tv in una stanza dell’ospedale di Kharkiv, dove in condizioni di prigionia da qualche tempo le autorità ucraine hanno permesso che si curasse. Ma non c’é dubbio che in tribuna allo stadio Olimpico la sua presenza da convitata di pietra si avvertirà, se non altro per i giochi diplomatici a cui dovranno sottoporsi i leader presenti, tra i quali Mario Monti e Mariano Rajoy, per non incrociare troppo un ospite ingombrante come il presidente ucraino Victor Ianukovich o il suo amico presidente bielorusso Lukhashenko. “Ma per mia madre – spiega in un’intervista all’Ansa la figlia Ievghenia – sarà un giorno speciale: anche se Italia-Spagna è solo sport e come tale va vissuta, occorre che i politici europei mettano ulteriore pressione sul regime di Ianukovich”. Mentre si prepara alla sua giornata particolare, secondo lei, l’Ucraina allo stesso tempo “si sta allontanando dall’Europa”. Domani si conclude un evento che ha messo l’ex repubblica sovietica sotto i riflettori dei media di tutto il mondo, e dopo – sospetta la Timoshenko – le cose non cambieranno certo in favore della democrazia.
“Ma tornando allo sport – racconta Ievghenia – mia madre non tiferà per nessuna delle due squadre”, prima naturalmente “ha fatto il tifo per l’Ucraina”, ora si augura semplicemente “di vedere una bella partita”. La figlia di Iulia Timoshenko assicura che, finito il torneo, la madre scriverà una nota sulla situazione politica all’indomani di Euro 2012 perché “in questo contesto di repressione politica è ovvio che l’Ue non può permettere al regime di Ianukovich di entrare in Europa”. Ai politici che hanno deciso di venire in Ucraina, compresi gli osservatori del parlamento europeo che stanno seguendo i processi, la figlia dell’eroina della Rivoluzione arancione chiede esplicitamente di “fare domanda per visitare i prigionieri politici, se è possibile”, perché in Ucraina “la persecuzione politica continua”. “Mia madre – spiega ancora la giovane – è dispiaciuta perché il tribunale di Kharkiv e la corte di Cassazione hanno deciso di posticipare i processi” che la vedono accusata rispettivamente di malversazione ed evasione fiscale, e di abuso di potere per un controverso contratto siglato tre anni fa con Mosca per le forniture di metano. Per quest’ultimo motivo, l’ex principessa del gas è già stata condannata in primo e secondo grado a sette anni di reclusione e a un risarcimento di 200 milioni di dollari alla società energetica statale Naftogaz.
Secondo Ievghenia, quella di procrastinare i processi è “una mossa del regime per non far parlare” di sua madre “durante gli Europei”. Riuscita o no, lo si vedrà domani o lunedì, quando gli echi delle conversazioni in tribuna presidenziale allo stadio Olimpico di Kiev si diffonderanno per l’Europa. I giudici comunque hanno motivato la loro decisione con l’assenza in aula della Timoshenko per motivi di salute. Lo stesso medico tedesco Karl Max Einhaupl, che ha visitato l’ex premier in ospedale alcuni giorni fa, ha affermato che se costretta a presentarsi in tribunale in questo periodo la Timoshenko rischierebbe di perdere i benefici ottenuti con la terapia. Ma questo rientra nelle schermaglie con la giustizia ucraina: la sua partita più importante, quella con l’Europa, Iulia la gioca domani: e senza neppure scendere in campo.