EDIMBURGO – A meno di 24 ore dal referendum in Scozia i sondaggi danno il “no” all’indipendenza da Londra avanti di 4 punti percentuali: il 45% agli unionisti e il 41% ai secessionisti, dice la rilevazione dell’Istituto Icm per Scotsman. Un altro sondaggio, quello condotto da Opinium per il Daily Telegraph, assegna il “49%” al no e il 45% al “sì”. Stessa distanza secondo i dati di Survation per il Daily Mail: 48% contro 44%.
Per tentare di scongiurare l’irreparabile i leader dei principali partiti britannici fanno fronte comune e mettono nero su bianco la loro promessa di concedere maggiori poteri alla Scozia se deciderò di continuare a far parte del Regno Unito. Il conservatore David Cameron, il laburista Ed Miliband, e illiberaldemocratico Nick Clegg hanno scritto un documento, pubblicato dal quotidiano scozzese Daily Record, in cui stilano una per una le proposte in cambio di un voto per il ‘No’.
Tre i punti principali: il primo promette ”vasti poteri” per il parlamento scozzese ‘‘secondo la tabella di marcia stabilita” dai partiti e illustrata dall’ex premier Gordon Brown nei giorni scorsi. Il secondo è la garanzia di ”condivisione delle risorse in maniera equa”. Il terzo prevede l’impegno ”categorico” nel riconoscere al governo scozzese la decisione sul finanziamento dell’Nhs, il servizio sanitario nazionale che costituisce una delle maggiori incognite in caso di indipendenza secondo parte dell’elettorato.
Gelida la reazione del premier scozzese, il leader indipendentista Alex Salmond:
”E’ una disperata offerta last minute e sul nulla. Non riuscirà a dissuadere gli scozzesi dalla grande opportunità di affidare il futuro della Scozia nelle mani della Scozia”.
La sua vice, Nicola Sturgeon, va oltre:
”Se le intenzioni erano serie allora perché solo adesso? Stanno trattando gli elettori scozzesi con condiscendenza”.