
Il discorso di insediamento di Marine Le Pen, la figlia dello storico leader dell’estrema destra francese che ha battuto lo sfidante Bruno Gollnisch nello scrutinio interno ed è diventata presidente del Fronte Nazionale è atteso per oggi. Il padre, Jean-Marie Le Pen, sarà presidente onorario del partito.
Lo storico leader dell’estrema destra francese ha scelto le note del “Va, pensiero”, il coro del Nabucco di Giuseppe Verdi, per presentarsi alla prima giornata del congresso di Tours in cui ha tenuto il suo ultimo discorso da presidente prima di passare il testimone alla figlia Marine: la donna che da prenderà le redini del Fronte Nazionale (Fn), in seguito alla sua vittoria nel voto interno al partito.
Doppiopetto grigio, vistosa spilla con fiamma tricolore all’occhiello, Le Pen, 82 anni, è stato accolto dall’ovazione dei circa duemila sostenitori, giunti nel moderno auditorium di Tours, nella regione della Loira, per ascoltare le ultime parole del “patriarca”, sventolando decine di bandiere transalpine.
In prima fila, ad ascoltarlo, commossa, c’era la figlia Marine, 42 anni, che ha battuto lo sfidante piu radicale Bruno Gollnisch nel voto interno per la leadership del partito e che pronuncerà un attesissimo discorso di insediamento. Intanto, fuori dal palazzo dei congressi, non sono mancati episodi di tensione con duri scontri tra polizia e manifestanti anti-Le Pen. “E’ l’ultima volta che mi rivolgo a voi, membri del Fronte Nazionale, da presidente”, ha scandito Le Pen, energico e sorridente, rendendo omaggio a tutti coloro che lo hanno accompagnato nella sua lunga carriera.
Nel discorso, nel quale ha ripercorso i suoi quasi quarant’anni alla guida del Fn, fondato nel 1972, Le Pen ha puntato il dito contro quella che ha definito in maniera orwelliana “polizia del pensiero”, vale a dire tutti coloro – di destra o di sinistra – che negli anni lo hanno accusato di razzismo, xenofobia, e revisionismo, traviando le sue idee: “Dai forni crematori, dettaglio della Seconda guerra mondiale, fino all’ineguaglianza delle razze…tutte le mie parole sono state estrapolate dal loro contesto, mi hanno voluto mettere al bando, solo perché rifiutavo di sottomettermi alla dittatura della polizia del pensiero”.
Le Pen, che da domani diventerà presidente onorario, si è quindi scagliato contro gli “islamici” che “vogliono imporre la sharia” in Francia, occupando il suolo pubblico con le preghiere di strada e pretendendo di poter mangiare carne “halal”. Poi ha evidenziato l’attuale “decadenza” del Paese, sempre più schiavo dell’Europa e degli Usa. “La Francia, una volta così fiera di saper prendere in mano il proprio destino, ha abbandonato la sua indipendenza politica ai burocrati di Bruxelles, quella monetaria alla Banca centrale di Francoforte, e le sue finanze alle borse di Londra e New York”.
“E’ stato detto ai popoli dell’Europa che l’unione fa la forza, ma è una bugia: perché un’unione di debolezze non può fare la forza”, ha attaccato Le Pen, che nel suo intervento ha anche citato la sua eroina Jeanne d’Arc. Poi, riferendosi alla decisione del presidente Nicolas Sarkozy di aderire al comando integrato della Nato, ha osservato che la Francia è diventata il “valletto di un impero americano a sua volta agonizzante”. “Andiamo a dare man forte nelle montagne dell’Afghanistan, come se il pericolo islamico venisse da lì, quando non siamo neanche capaci di mantenere l’ordine nelle nostre banlieues, diventate un reale cavallo di Troia dell’islamismo”, ha affermato ancora Le Pen, scatenando l’entusiasmo dei partecipanti. Poi, in quello che sembra essere una sorta di testamento politico ha gridato: “Patrioti del mondo, unitevi!”.
“Per assicurare la felicità dei nostri popoli, siate coraggiosi”, ha aggiunto, spiegando di essere “di destra per destrezza, per amore della patria, ma anche della verità, cercando di rimanere fedele alla regola dei cavalieri: duri con i forti, dolci con i deboli”. “Certo – ha concluso – nel corso degli anni qualcuno di voi mi può avere trovato troppo severo, troppo duro. Ma il capo responsabile non ha il diritto di avere la mano moscia, anche se a volte il suo cuore lo porta all’indulgenza e alla tenerezza”.
Al termine del lungo discorso, la direzione del partito ha proiettato un breve filmato in omaggio al presidente uscente. Poi, incassando l’ovazione della folla, il vecchio ‘patriarca’, che nel 2002 arrivò a un passo dall’Eliseo finendo al ballottaggio contro Jacques Chirac, ha alzato le braccia in segno di vittoria e ha abbandonato la scena. La palla passa ora a Marine, il cui obiettivo è quello di “sdoganare” il partito, dandogli un volto più aperto e moderno, in vista delle presidenziali del 2012.
Fuori del congresso intanto si scatenavano diverse violenze: un gruppetto di facinorosi, alcuni a volto coperto, ha lanciato sampietrini, lattine, petardi e fumogeni contro le forze dell’ordine che presidiavano i lavori del Fn.
Nel primo pomeriggio, nella tranquilla cittadina bagnata dalla Loira, era partito un corteo pacifico che ha visto scendere in piazza molte centinaia di persone (1800 secondo la polizia, 3 mila per gli organizzatori) per protestare contro i valori dell’estrema destra. La situazione è però degenerata verso le 16 e 30.
Proprio quando gli organizzatori hanno annunciato la fine della manifestazione, diverse centinaia di facinorosi hanno infatti cominciato a scagliarsi contro le forze dell’ordine, ripiegate dietro a barriere antisommossa. Secondo alcuni cronisti, almeno quattro persone sono state fermate. Un fotografo è rimasto leggermente ferito alla tibia, colpito da un sasso. La polizia è ricorsa ai gas lacrimogeni disperdendo in un primo tempo la folla. Ma pochi minuti dopo già riprendevano gli scontri.
Gli agenti hanno quindi messo in campo due mezzi con cannoni ad acqua per respingere i manifestanti, che, nella fuga, hanno rovesciato diversi cestini dell’immondizia e danneggiato alcune pensiline degli autobus. Poco più lontano dal centro congressi, sull’avenue Grammont, altri manifestanti hanno appiccato il fuoco per strada. La protesta era partita pacificamente intorno alle 15:00 per denunciare i valori del Fronte nazionale. Dietro a un grande striscione con lo slogan ”Insieme contro l’estrema destra”, il corteo era partito dalla piazza Jean-Jaures, nel cuore della cittadina, a qualche centinaia di metri dall’edificio in cui si tiene il congresso.
La manifestazione pacifica era stata indetta da un collettivo di circa 25 associazioni, sindacati e partiti della sinistra, guidati dalla Lega dei diritti umani di Tours. Nel corteo, anche alcuni eletti locali, tra cui il presidente socialista del Consiglio regionale d’Indre-et-Loire, Claude Roiron: ”Non contestiamo il fatto che il Fn possa tenere un congresso – ha detto – ma denunciamo le sue idee semplicistiche che dividono i francesi in un momento in cui avremmo piuttosto bisogno di imparare a vivere insieme”. Roiron riconosce tuttavia che avrebbe ”preferito che il congresso si tenesse altrove”, visto che proprio a Tours si era tenuto ormai novant’anni fa il congresso che sancì la nascita del Partito comunista francese.