ROMA ā Villa Madama, Roma. Eā qui che Mario Monti affronta faccia a faccia i leader di Francia, Germania e Spagna. CāĆØ il presidente francese Hollande e il premier spagnolo Rajoy, ma ĆØ la cancelliera tedesca Angela Merkel che per Monti āva convintaā, soprattutto in vista del vertice europeo del 28 e 29 giugno perchĆ© lo stesso governo italiano ĆØ a rischio. In unāintervista alla Sueddeutsche Zeitung Monti ha provato a tranquillizzare il cittadino medio tedesco, un Mario Rossi della Germania: āCaro herr Muller ā ha detto ā anzitutto rilassati perchĆØ non stai mantenendo un eccessivo tenore di vita degli italianiā. Dalla parte dellāItalia cāĆØ la Francia di Hollande che ha aperto a Monti per il patto con la Merkel.
Quel giorno sarĆ in gioco lāEuropa, perchĆ© in caso di risposta debole davanti alla crisi si avrebbe non solo un āaccanimento speculativo anche verso Paesi meno deboli, come lāItaliaā, ma ci sarebbe la possibilitĆ di rigetto nei confronti dellāEuropa stessa, rischio che si intravede āpersino nel nostro Parlamentoā, ha detto Monti intervistato dalla Stampa e da altri cinque giornali europei (Le Monde, SĆ¼ddeutsche Zeitung, El Pais, The Guardian e Gazeta Wyborcza). Al vertice Ue di fine giugno, precisa il premier, occorrono due cose: una āprospettiva di medio termine di rafforzamento dellā integrazioneā e āun insieme di misure realizzabiliā, misure, sottolinea, āpiĆ¹ efficaci per dare stabilitĆ finanziaria allāeurozona. E questo passa attraverso una piuā piena unione bancaria, con avanzamenti per quanto riguarda la vigilanza, la supervisione integrata, se possibile unitaria. Passa attraverso la garanzia sui depositi. Passa per nuovi meccanismi che siano in grado di fare ponte con i paesi che hanno adottato seriamente gli impegni delle regole comunitarie, li hanno realizzati e che tuttavia scontano una certa inerzia e diffidenzaā.
Per Monti ālāaccordoā tra Francia e Germania āĆØ condizione necessaria per i progressi dellāUeā, ma ĆØ anche āsempre meno una condizione sufficienteā. Per lāItalia, aggiunge, ānel giro di sette mesiā, in particolare dalla āconvocazioneā a Cannes, āle cose sono migliorateā: āNaturalmente ā afferma Monti ā abbiamo ancora tantissima strada da fare, ma ĆØ incoraggiante che la voce dellāItalia venga ricercata ed ascoltataā.
Il primo punto fermo della strategia italiana ĆØ quello della crescita. I temi sul tavolo sono noti: project bond, diverso uso dei fondi strutturali e del bilancio comunitario; potenziamento della Bei; diversa valutazione da parte di Bruxelles degli investimenti pubblici. Su questi punti Monti si attende āmisure concreteā e date certe dal vertice dei Ventisette. Il secondo punto fermo eā quello arginare la crisi del debito sovrano.
La partita degli eurobond, ĆØ ormai chiaro, va inquadrata nel medio periodo visto che Berlino ha subordinato questa soluzione ad una maggiore integrazione politica europea. Ma il governo italiano, sia per le crescenti difficoltaā a reperire risorse sia per tenere a bada i partiti, spinge per una soluzione piĆ¹ immediata. E cosƬ Monti ha messo sul tavolo una proposta ancora non nota nei dettagli, ma ormai chiara nella sostanza: costruire uno āscudoā anti-spread che protegga i Paesi virtuosi attraverso lāacquisto di titoli di stato qualora il differenziale con il bund tedesco superi una certa soglia. Su quale sia il meccanismo finanziario suggerito, peroā, regna il massimo riserbo. Secondo lāedizione tedesca del Financial Times la strada indicata da Roma sarebbe quella di acquisti di titoli da parte della Bce su āmandato del fondo salva Statiā (lāattuale Efsf e, una volta ratificato, lo Esm). In questo modo, sempre secondo Ftd, lāItalia eviterebbe di finire sotto āprogrammaā di Commissione Ue, Bce e Fmi. Sullāindiscrezione palazzo Chigi preferisce non commentare. Ma eā indubbio che uno dei nodi principali in discussione sia proprio quello della āmessa sotto tutelaā.
Merkel ha detto che āteoricamenteā il fondo salva stati potrebbe trasformarsi in uno scudo anti-spread, ma ha anche sottolineato che il suo intervento ĆØ subordinato a delle ācondizioniā. Quali? Proprio quelle ricordate dalla Commissione europea, secondo la quale lāuso del fondo presuppone la stesura di un memorandum dāintesa, con relativi vincoli e impegni, redatto da Bruxelles con Bce e Fmi e accettato dal Paese beneficiario. Esattamente cioā che Monti non vuole: visto che, come ha detto pubblicamente, lāItalia non intende finire sotto il ātalloneā della troika. Come in tutte le trattative delicate, anche il negoziato europeo eā fatto di tattiche: ma sembra chiaro che i ruoli di Francia e Italia si siano ormai invertiti. Se fino a qualche settimana fa era Hollande a usare toni perentori con Berlino, adesso ĆØ Monti che preme.
A Montecitorio fra i deputati gira con insistenza lāipotesi di una crisi a luglio e conseguente voto a ottobre. Boatos arrivati anche a palazzo Chigi e che il professore, secondo fonti di maggioranza, ĆØ intenzionato a sottoporre allāattenzione dei colleghi europei ā e di Frau Merkel in particolare ā mandando un messaggio ben preciso: senza risultati concreti in Europa la rissosa maggioranza potrebbe abbandonarmi. E forse, almeno secondo fonti parlamentari, compiendo un passo ulteriore: ammonire che senza una svolta lui stesso potrebbe decidere di farsi da parte.