Il governo svizzero considera l’ipotesi di vietare il burqa, ma la ministra svizzera per la Giustizia e la polizia, Eveline Widmer-Schlumpf, si sta pensando a eccezioni “per i turisti”. Dopo una recente mozione del parlamento del Canton di Argovia per un’iniziativa che vieti il “velo integrale” in tutta la Svizzera, la questione del bando del burqa si è imposta anche nella Confederazione. Ma un divieto di niqab e burqa sarebbe “un pessimo segnale”, si preoccupa Harry John, direttore del Montreux-Vevey Tourisme, un ufficio del turismo regionale.
“Nel turismo abbiamo bisogno di tolleranza”, ha detto il funzionario come riportano i giornali. Lo stesso parere sembra condiviso dalla ministra di giustizia e polizia: per la Widmer-Schlumpf “é normale esigere di poter vedere la persona accanto, il proprio interlocutore in uno spazio pubblico, nei luoghi amministrativi o nei trasporti pubblici”. Ma nell’eventualità di un divieto del velo integrale, “eccezioni dovrebbero essere previste per le turiste che vengono con il burqa”, a Ginevra, nei Grigioni o a Lucerna.
“Servono misure proporzionate e bisogna discuterne in modo moderato”, ha proseguito. Secondo le stime, in Svizzera vivono tra a i 350 mila e i 400 mila musulmani e si stima che solo poche donne indossino il velo integrale. In un referendum svoltosi nel novembre scorso, gli svizzeri si erano espressi – con il 57,7% di voti – contro la costruzione di nuovi minareti.
