COPENAGHEN – La Danimarca, paese che non fa parte dell’Eurogruppo, assume dal 2 gennaio, per sei mesi, la presidenza di turno della Ue: un momento decisivo per superare la crisi del debito europeo. La premier Danese Helle Thorning Schmidt si è detta convinta che la presidenza “sarà un successo se, nonostante la crisi, fra sei mesi l’Europa avrà preso decisioni importanti”. In teoria, la Danimarca – che dal 1973 assume il semestre di presidenza per la settima volta – non ha però il peso necessario per essere la protagonista delle discussioni, e per influire in modo decisivo nel suo processo di sviluppo.
La presidenza danese ha fatto sapere che appoggerà il presidente del Consiglio Europeo Herman Van Rompuy “in tutto ciò che sia possibile” durante questo processo. L’inizio del 2012 sarà ricordato per il lancio del trattato intergovernativo per l’adozione di un nuovo “patto fiscale”. Insomma, l’obiettivo di Copenaghen è quello di costruire un “ponte” fra tutti gli stati membri, dentro e fuori dell’Euro, recuperando magari chi si è chiamato fuori come la Gran Bretagna. Si punta ora al vertice straordinario del 30 gennaio, che dovrebbe ratificare il testo.
Nonostante l’autoesclusione del Regno Unito, tutti gli altri paesi europei che non hanno adottato l’Euro (come la Danimarca) si sono comunque dimostrati disponibili a partecipare. La Danimarca potrebbe far valere la sua posizione di paese estraneo all’Euro ma favorevole al patto Ue al fine di raggiungere il massimo appoggio e di “unire i paesi che sono fuori e dentro la zona euro”. La premier, la socialdemocratica Helle Thorning-Schmidt, ha detto piu’ volte che assieme a tutte le misure anticrisi, il suo Governo e’ consapevole che bisogna lanciare la crescita. Oltre alla crisi, le priorità di questa presidenza saranno quelle di potenziare il mercato unico come motore della crescita; promuovere un’Europa “verde” e aumentare la sicurezza esterna e interna dell’Unione.
Le presidenze di turno della Ue persero peso con l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona, alla fine del 2009, in quanto la politica estera e la presidenza dei vertici dei leader saranno a carico dei responsabili permanenti. Ciononostante, la presidenza continua ad avere un ruolo cruciale nel processo dei gruppi di lavoro del Consiglio Ue e nello sviluppo della maggioranza del Consiglio dei ministri comunitari. Sia per la situazione economica sia per l’indole pratica che caratterizza i scandinavi, il calendario delle riunioni della presidenza Ue è molto ristretto rispetto a quello delle altre presidenza e comprende il minimo indispendabile.