Silvio Berlusconi aspetta il 14 dicembre e pensa a un “piano B”: in caso di sfiducia evitare le elezioni formando un governo alternativo guidato da un esponente del Pdl che vedrebbe lo stesso Cavaliere fare il ministro, magari degli Esteri. Un piano suggerito dalle “colombe” e sempre valutato come extrema ratio. Perché, ovviamente, l’obiettivo del premier è quello di ottenere la fiducia in Parlamento. “Io – ha ripetuto ieri Berlusconi, come riporta il quotidiano ‘La Repubblica’ – sono sicuro che avremo i numeri anche alla Camera. Verdini e La Russa me lo hanno giurato. E comunque non voglio farmi ricattare da nessuno”.
Questo l’obiettivo, ma in caso di sfiducia che si fa? Il Cavaliere, appunto, non esclude il “piano B”. Una mossa fatta apposta per mettere in difficoltà Fli e Udc. E soprattutto, come scrive Claudio Tito su Repubblica, “un modo per blindarsi rispetto a quella che da sempre chiama la ‘persecuzione giudiziaria’. Perché se la Corte costituzionale, proprio il prossimo 14 dicembre, dovesse confermare la costituzionalità del legittimo impedimento, lui continuerebbe a usufruirne. Quella norma, infatti, vale fino ad ottobre 2011 per il presidente del consiglio e per i ministri. Soprattutto verrebbero lasciate inalterate le sue chance di una ricandidatura alle elezioni del 2013 e alla corsa per la successione al Quirinale”.
E a chi sta pensando Berlusconi come premier per questo eventuale governo alternativo? Con il suo “largo ai giovani” ha scalzato dal trono pretendenti di tutto rispetto come Gianni Letta e Giulio Tremonti. Ma allora chi potrebbe occupare “il trono” dopo la sua discesa? Qualche tempo fa avanzavano tre candidati: Mara Carfagna, Mariastella Gelmini e Angelino Alfano. Ora però le cose sono cambiate. Mara si è persa, troppo vicina al finiano Italo Bocchino. Pochi poi scommetterebbero sulla ministra dell’Istruzione, ancora acerba politicamente e a capo di una fondazione considerata troppo “flessibile” con Fli. Rimane Alfano che, in effetti, è giovane e preparato oltre ad essere uomo fidato di Berlusconi che, dunque, attraverso di lui continuerebbe di fatto a governare, seppure nell’ombra. Però, anche qui c’è un però, quello di Alfano è stato anche il nome fatto dal “traditore” Casini per un eventuale governo di larga maggioranza. E questo lo ha danneggiato non poco agli occhi del premier. Che dunque per il “più grande cambio generazionale della storia” pensa anche alla successione “per via dinastica”, non abbandonando mai l’ìdea di affidare il trono alla figlia prediletta, Marina.