I “manifesti” politici di Pierluigi Bersani e Gianfranco Fini sono andati in scena da Fabio Fazio e Roberto Saviano a “Vieni via con me”. Aldo Grasso dalle colonne del Corriere della Sera definisce le liste di buone intenzioni dei due, come una serie di tanti valori di sinistra e di destra, «forse troppi», elencati da due attori «improvvisati».
«Non succede spesso di vedere il presidente della Camera e il segretario del Pd nell’insolita veste di portavalori. Eppure, nella vertigine della lista in cui li ha precipitati il programma di Fabio Fazio e Roberto Saviano, i due hanno accettato di andare in tv proprio nel giorno in cui i futuristi finiani hanno preso congedo dal governo. Ma prima dei valori c’è il disprezzo dei valori».
E poi ancora: «Senza un briciolo di espressività, Bersani ha fatto la lista dei classici luogocomunismi: lavoro, giustizia sociale, energia pulita. Un po’ più vivace Fini: la destra è aver fiducia negli italiani, essere solidali e generosi, la destra è avere istituzioni politiche autorevoli, rispettate. La cosa che lascia perplessi è che ormai «destra» e «sinistra» sono vecchie e agonizzanti categorie storiche, da tempo inutilizzabili come categorie del pensiero. Parlare ancora di «valori di destra» o di «valori di sinistra» è una sorta di coazione karmica o, come direbbe Daria Bignardi, di pesantezza karmica. Ha ancora senso andare avanti con queste etichette? Siamo ancora al chi è lento e chi è rock?».