ROMA – Il ddl sulle riforme approvato in commissione Affari costituzionali al Senato e’ ”un’iniziativa grave per per i pregiudizi che puo’ arrecare alle istituzioni della Repubblica”. Lo scrivono dodici giuristi, tra cui Stefano Rodota’ e Gustavo Zagrebelsky, in una lettera a Repubblica in cui si appellano ”a tutti i parlamentari perche’ rinuncino a portare avanti una modifica tanto pericolosa del sistema costituzionale”.
”Offrendo a una opinione pubblica offesa da prevaricazioni e prepotenze un’esigua riduzione del numero dei parlamentari, si vuol cogliere l’occasione per alterare pericolosamente l’assetto dei poteri istituzionali”, denunciano i giuristi, che sottolineano come la riduzione dei parlamentari possa essere ”affidata a una legge costituzionale a se’ stante senza stravolgere la Costituzione”. Tra le criticita’, ”viene attribuita una posizione assolutamente centrale al presidente del Consiglio, mortificando il Parlamento e ridimensionando in maniera radicale la funzione di garanzia del Presidente della Repubblica”, si legge nella lettera.
”Il Parlamento e’ conculcato nelle sue stesse funzioni e nella sua liberta’, fino a poter essere sciolto dallo stesso presidente del Consiglio”. Inoltre ”i problemi del bicameralismo vengono aggravati, il procedimento legislativo complicato’ e ” gli equilibri costituzionali sono profondamente alterati”.
