”Quando le risorse si fanno più misurate – ha detto Bagnasco nella sua prolusione, riferendosi alle conseguenze della crisi, alle riforme e alla politica – anche gli sprechi e il lusso ostentato diventano meno tollerabili”. ”Sul versante della crisi economica innegabile è la percezione di una più marcata fragilità, benché talune fasce di popolazione sembrino non essere state toccate dalla crisi. Da queste pure – ha detto – è ragionevole attendersi standard di vita consoni alla condizione generale, e una sensibilità verso le indubbie esigenze della solidarietà”.
Il federalismo. Il federalismo è una riforma ”irreversibile” ma ”non deragliera” solo se ”potrà incardinarsi in un forte senso di unità e indivisibilità della Nazione”, basato su ”un patto nazionale che ci vincoli moralmente e a un tempo liberi le energie migliori”, ha affermato il presidente della Cei, sottolineando anche la necessità di un ”salto culturale” e una forma di ”lealtà reciproca, ”in verticale e in orizzontale”, ”estranea alle forme del ricatto come alla catena dei risarcimenti interminabili”.
”Gestire un Paese come il nostro in chiave federalista – ha proseguito Bagnasco – presuppone una diffusa capacità di selezionare con rigore gli obiettivi, scadenzarli, argomentare le scelte, e saper dire dei no anche a chi si conosce. Riuscire a rispettare i vincoli di bilancio, rimanendo attenti alle implicanze umanistiche connesse con l’amministrazione politica, diventerà un’attitudine inderogabile, che presuppone sì un’abilità tecnico-gestionale, non però questa soltanto. Diversamente prevarranno le spinte ad un contrattualismo esasperato e ad una demagogia variamente declinata”. Cio’ vale – ha osservato – anche per la riforma fiscale: ”Se non si combinano insieme federalismo e sussidiarietà, ma anche sviluppo e unità nazionale, col superamento di entrambe le sindromi, del vittimismo da una parte e dell’elargizione dall’altra – affermano i vescovi – la sfida difficilmente si potrà vincere”. La Chiesa, da parte sua, fara’ il possibile per sostenere il federalismo solidale e per evitare l’acuirsi del solco che divide in due il paese, ma ”se ciascuna parte non si sforzerà di percepire le fondate preoccupazioni degli altri, e non sarà disposta a farsene ragionevolmente carico – ha concluso – non riusciremo a stringere un nuovo, necessario patto nazionale che ci vincoli moralmente e ad un tempo liberi le energie migliori”.
Le riforme e il fisco. Sulle riforme l’ Italia ”sembra tornare sempre al punto di partenza” e il presidente dei vescovi ha riaffermato l’urgenza, aprendo il Consiglio permanente, di avviare il ”confronto serio e decisivo, quello che non è perdita di tempo, ma ricerca della mediazione più alta e sollecita possibile”. ”Il Paese – ha detto – non può attardarsi: povero di risorse prime, più di altri deve far conto sull’efficienza del sistema e su una sempre più marcata valorizzazione delle risorse umane”
“Per efficaci processi di riforma – ha aggiunto il cardinale – occorre ”avviare meccanismi di coinvolgimento e di partecipazione non fittizi”, e rendersi conto che ”la fiducia che i cittadini esprimono verso chi li rappresenta è un onore e una responsabilità che non ammette sconti di nessun tipo”.
”Bisogna comprendere – ha insistito Bagnasco – che se si ritardano le decisioni vitali, se non si accoglie integralmente la vita, se si rinviano senza giusto motivo scadenze di ordinamento, se si contribuisce ad apparati ridondanti, se si lasciano in vigore norme non solo superate ma dannose, se si eludono con malizia i sistemi di controllo, se si falcidia con mezzi impropri il concorrente, se non si pagano le tasse, se si disprezza il merito? si è nel torto, si cade nell’ingiustizia”. ”Ma lo scopo di ogni partecipazione politica – ha detto ancora – è proprio la giustizia, e per questo occorre produrre lo sforzo necessario – cui la Chiesa non mancherà moralmente di contribuire – per superare la logica del favoritismo, della non trasparenza, del tornaconto”.
Per quanto riguarda la riforma fiscale, il presidente della Cei ha affermato che ”sono in molti a sperare in criteri di maggiore equità” soprattutto nei confronti della famiglia, e che ”si provveda così ad arrestarne l’impoverimento in atto da tempo”. Bagnasco ha citato statistiche secondo le quali le coppie italiane ”desiderano in media 2,2 figli, mentre ne nascono solo 1,4”. Per realizzare il loro sogno ”le misure economiche, messe o non messe a sostegno della famiglia, sono un fattore decisivo. ”Assegnare alla famiglia ciò che le serve, e non illudersi che questa farà ad oltranza scelte eroiche o,a seconda dei punti di vista, autolesionistiche – ha concluso – non può da alcuno essere ragionevolmente scambiato per un’opzione ideologica”. Il porporato ha poi citato le parole con le quali il Papa, in un recente discorso, ha ”sconsigliato” ”iniziative legislative che implichino una rivalutazione di modelli alternativi della vita di coppia e della famiglia”.
Flessibilità e lavoro.’‘Le sfide derivanti dalla globalizzazione impongono una quota di flessibilità e adattabilità che non può essere artificiosamente ostacolata, ma neppure strumentalmente usata per indebolire la dignità di chi lavora”. ”Il nostro vigoroso invito a rilevare la moralità intrinseca ai processi di innovazione – ha poi precisato Bagnasco- non nasconde alcun conformismo. Lo facciamo non per un’idea esorbitante del nostro ruolo, ma per il comandamento che impone anche a noi di amare Dio sopra ogni cosa, e insieme (ma è solo l’altra faccia della medaglia) di difendere chi è indifeso”.
Sicurezza. ”A tutela della società ci sono le forze dell’ordine, ma è vile scaricare su di loro ciò che meglio si risolve attraverso relazioni sociali vigili e coscienziose”. Lo ha detto il presidente della Cei, card.Angelo Bagnasco, nella sua prolusione introduttiva ai lavori del Consiglio permanente.
Pedofilia. E’ necessario ”rimuovere dal costume ecclesiale” il ”delitto angosciante” degli abusi su bambini e ragazzi: per questo i vescovi italiani si impegnano a continuare ”quell’opera di più esigente discernimento e di rigorosa formazione dei candidati al sacerdozio, di accompagnamento del nostro clero, di decisa vigilanza, di intervento, di sostegno umano e cristiano per tutti”, ha assicurato il presidente dei vescovi italiani in uno dei passaggi della prolusione al consiglio permanente della Cei.