ROMA – Dalla tassa sulle bibite alla stretta sui videopoker il decreto Balduzzi sulla sanità sembrava cosa fatta, e invece rischia il rinvio: nella seduta del pre-consiglio diversi ministri hanno sollevato perplessità sul piano costituzionale e sulla copertura finanziaria di alcune misure, oltre che sul merito delle misure.
Dubbi sufficienti a fermare, almeno per il momento, l’iter del decreto legge. Tocca adesso al presidente del Consiglio Monti decidere se spacchettare il testo in un decreto e in un disegno di legge o rinviare del tutto il dossier.
Ma il ministro minimizza: “Quelle all’interno del governo sul decreto sanità sono normali discussioni” e, fanno sapere fonti ministeriale, Balduzzi “è sereno”. I problemi sul decreto sanità non sono di ”divisioni del governo” ma ”questioni tecniche”, ha detto Balduzzi al Tg3, sottolineando che ”gli uffici legislativi hanno avviato l’ultima discussione” sul dl che è ”importante e con molti profili che si prestano a una discussione nella massima serenità”.
”L’ipotesi era di portare il decreto sanità al Consiglio dei ministri di venerdì 31 e resta il mio impegno” ma ”se ci fosse qualche cambiamento e qualche dilazione di qualche giorno per ragioni tecniche non sarebbe un problema”.
Il ministro ha anche detto di confidare ”nell’approvazione il più presto possibile”. ”Il testo ha una sua compattezza ed è da tempo dell’attenzione sia dell’opinione pubblica che delle amministrazioni interessate”. Ora si tratta ”disposizione per disposizione” di trovare ”quale sia la soluzione migliore sotto ogni punto di vista”.
Lo stesso Balduzzi, interpellato in precedenza sulla copertura di alcune delle misure del provvedimento, aveva detto: “La maggior parte delle disposizioni” sono “senza oneri, alcune consentono entrate e alcune limitate disposizioni comportano oneri, ma così com’è il decreto è compensato”. Ma aveva aggiunto: “In caso alcune misure non dovessero passare il vaglio del Consiglio dei ministri o in caso di modifiche, servirà una rimodulazione delle misure”.
Giudizi negativi sul decreto sono arrivati dai sindacati e dai partiti. Secondo la Cgil “spiace dirlo ma il testo è deludente, con proposte confuse e contraddittorie, e persino negativo proprio nelle norme più ‘attese’, come le cure primarie h24, la libera professione, la non autosufficienza e l’edilizia sanitaria”.
Contraria anche la Cisl “Ci troviamo di fronte all’ennesimo piano di intervento sulla sanità che non coglie affatto i veri problemi che riguardano i lavoratori, i cittadini ed i pensionati e che incombono sull’intero settore. Il decreto viene proposto in totale assenza di confronto con il sindacato confederale, i lavoratori della sanità e l’utenza, su cui sta pesando l’aggravio dei costi e la disorganizzazione crescente”.
Per il senatore del Pd e membro della Commissione Igiene e sanità Ignazio Marino “il decreto su cui sta lavorando il ministro Balduzzi è poco coerente. Da una parte va nella direzione di un netto miglioramento nei servizi territoriali con l’ambizioso e virtuoso progetto di valorizzare il lavoro dei medici di famiglia (…). Dall’altro però le nuove regole sull’intramoenia vanno nella direzione opposta e di fatto cancellano lo stesso concetto di intramoenia. Le strutture private che ospitano l’attività libero-professionale dei medici potranno anche collegarsi in rete con l’Asl, si potranno controllare le tariffe e tracciare i pagamenti, ma tutto questo non risolve il fatto che viene infranta l’essenza del rapporto medico-paziente: il medico starà comunque fuori dall’ospedale, non disponibile in caso di emergenza, lontano dai propri pazienti ricoverati e anche da quelli operati personalmente”.
Parere contrario anche dalla Lega. “Stiamo andando verso uno Stato etico che ci dice anche cosa fa male mangiare. Le bibite gassate fanno male e le patatine no? Manca solo di tassare l’aria”, commenta il segretario Roberto Maroni.
Contro l’introduzione della tassa su Coca Cola e aranciata levata di scudi anche da parte di Assobibe e Mineracqua, le associazioni di confindustria che rappresentano il settore delle bevande analcoliche. Le due sigle esprimono “incredulità” e “forte preoccupazione” rispetto alla proposta formulata dal ministro della salute di introdurre un contributo straordinario a carico dei produttori di bevande analcoliche.