
ROMA – Le elezioni comunali? Le hanno “vinte” gli astenuti e le liste civiche. E’ quanto emerge da un’analisi firmata da Francesco Moscatelli sulla Stampa. Perché se il flop del Movimento 5 stelle e la sconfitta sostanziale del Pdl sono evidenti anche il Pd, ovvero il partito uscito “rafforzato” dalle elezioni in termini assoluti ha perso voti. E deve il suo sostanziale vantaggio anche alle liste civiche.
La Stampa, insieme al centro di studi elettorali della Luiss diretto da Roberto D’Alimonte ha analizzato il risultato elettorale nei centri maggiori. E i numeri mostrano in modo evidente come proprio le liste civiche, spesso, abbiano “salvato” i partiti consentendogli di raggiungere i ballottaggi.
A Roma, per esempio, la lista che portava il nome di Ignazio Marino ha preso il 9.5%. Il doppio dei voti della lista omologa, la Rutelli, di 5 anni fa. Punti preziosi che hanno addolcito il calo del Pd passato da 521mila voti a 267mila. In percentuale dal 34 al 26%. Discorso analogo per Gianni Alemanno: Il Pdl è passato dal 36,5 (560mila voti) del 2008 al 25% (dato aggregato con Fratelli d’Italia) del 2013. E la lista Alemanno è cresciuta del 2.3% rispetto al 2008.
Ma il dato riguarda tutto il paese. Spiega La Stampa che le liste civiche sono passate in media dal 6.5% al 10.4%. Un dato significativo che, è il commento di Federico De Lucia del centro Luiss mostra come
le liste civiche per la prima volta sembrano contribuire per qualcosa di ulteriore rispetto alle potenzialità elettorali dei partiti: sembrano cioè colmare con il radicamento territoriale che indubbiamente hanno quel crollo di legittimazione che aveva colpito le dirigenze nazionali dei partiti lo scorso febbraio.
A vedere i numeri difficile dargli torto. A Treviso la Lega è dimezzata ma il candidato sindaco Gentilini arriva comunque al ballottaggio grazie al 20% dei voti che porta la lista con il suo nome. E l’effetto traino vale anche nei piccoli centri dove di certo non competono i “big” della politica nazionale. A Brescia Pdl e Lega Nord sono uscite dimezzate dalle urne. Discorso più o meno simile per il Pd a Siena. Sono stati “salvati” almeno fino al ballottaggio, dalle liste civiche. Che forse, con il loro radicamento, hanno anche in parte contribuito all’insuccesso del Movimento 5 Stelle.
