ROMA – Dopo il governo Monti, Enzo Moavero Milanesi resta alla guida degli Affari Europei anche nell‘esecutivo di Enrico Letta. Un riconoscimento per il suo ruolo negli ultimi 17 mesi, che lo hanno visto in prima fila nel riportare l’Italia e la sua reputazione a pieno titolo sui tavoli di Bruxelles, mostrando grandi doti da tecnico.
Moavero Milanesi è prima di tutto un abile diplomatico e mediatore, in grado di dribblare in lunghe ed estenuanti trattative per ridare a Roma non solo un ruolo ma anche un peso in quelle scelte e quei Consigli Europei, chiamati a portare il vecchio continente fuori dalla crisi, all’insegna di un difficile equilibrio tra conti, rigore e necessità di crescita.
Moavero, per anni braccio destro del Professore di cui è stato capo di gabinetto ai tempi della Commissione Ue, era stato voluto nel governo uscente dallo stesso Monti che, nel novembre del 2011, aveva pensato per lui anche ad un incarico di sottosegretario alla presidenza del Consiglio, poi assegnato a Antonio Catricalà.
Già capo di gabinetto dei commissari europei Filippo Maria Pandolfi e Mario Monti a Bruxelles e consigliere a Palazzo Chigi di Amato e Ciampi nel 1992-1993, Moavero è esperto di mercato e concorrenza, con una vita trascorsa in gran parte all’estero, dedicata al mercato ed al diritto internazionale.
Considerato da molti come una sorta di alter ego giuridico di Monti, Moavero, 58 anni, sposato e padre di tre figli, all’inizio della sua carriera è stato a Yale, dopo la laurea in legge alla Sapienza nel 1977 e un tirocinio in uno studio legale di diritto internazionale.
Poi è arrivata la specializzazione al College de France di Bruges in diritto comunitario e quella in diritto internazionale, alla University of Texas, a Dallas.
Nel 1993 è entrato, a nemmeno 30 anni, come funzionario della Direzione generale della Concorrenza della Commissione dell’allora Comunità Europea, passando sei anni dopo al gabinetto del vicepresidente.
In veste di consigliere dei governi Amato e Ciampi dal 1992 al 1994, è tornato spesso a Roma. Amato lo nominò poi capo del Segretariato per gli Affari Europei nell’ambito del Segretariato generale della Presidenza del Consiglio, con funzioni di coordinamento della politica economica italiana con la politica comunitaria.
L’incontro con Monti risale al 1995 quando il commissario per il mercato interno, appena nominato, lo chiamò a capo del suo gabinetto. Per poi portarselo dietro anche dopo quando il professore assume la guida della Commissione alla concorrenza.
Nel 2002, Moavero viene nominato segretario generale aggiunto della Commissione Europea. Dal 2005 al 2006 diventa direttore generale dell’Ufficio dei Consiglieri per le Politiche Europee della Commissione, per poi giurare a Lussemburgo come giudice del Tribunale di primo grado della Corte di Giustizia della Ue.
Moavero è diretto discendente dei Bocconi. Di quella famiglia cioè che, partendo da Cavenago, finiì per fondare a Milano la Rinascente prima e l’Università Bocconi poi.