TORINO – Uno celebre, l’altro un outsider(o quasi): Piero Fassino da una parte e Davide Gariglio dall’altra si contendono le primarie di Torino. Domenica 27 febbraio i democratici dovranno scegliere chi correrà per la poltrona di sindaco della città sotto la Mole.
Uno è l’ex segretario dei Ds e in molti lo danno già per vincente a maggio e quindi anche a questa tappa fra le file del Pd. Rappresenta anche il trait d’union con la tradizione del vecchio Pci piemontese, come quella di Sergio Chiamparino. L’altro, cattolico ex Margherita, Gariglio, invece è più giovane, in campo nazionale è meno conosciuto, ma è stato presidente del Consiglio regionale ai tempi di Mercedes Bresso.
Sono state stampate 80 mila schede, di cui 55 mila saranno portate nei 73 seggi in città. A chi daranno fiducia i torinesi? Fassino sembra favorito, anche se è stato bollato come “uomo Fiat” dalla Fiom, (copyright di Airaudo). In un’intervista al Riformista Gariglio ha detto che se a Torino vincesse lui, creano le condizioni per annullare tutti.
“Stanno mettendo le mani avanti. Cercano di far passare il messaggio che se vinco io è perché il voto è stato inquinato. Se qualcuno cova sospetti o ha le prove lo dica”
Il riferimento è chiaro: “Qui c’è chi credeva di vincere facile, ora hanno capito che non è così e si innervosiscono. Se qualcuno ha sentore di inquinamenti denunci al partito”. E dal parlamentare Giorgio Merlo è arrivato l’allarme: “Ampi settori del centrodestra si stanno mobilitando. Auspico controlli stretti ai seggi”.
Il Tg Rai del Piemonte ha detto Gariglio “ha regalato a Fassino minutaggi incredibili”, si è parlato anche di “pacchetti di voti” e per lui sono arrivati per l’ex Ds da “un’unica famiglia, la famiglia Gallo, di tradizione Psi”. “Quindi non faccia la morale, tantomeno a me”, ha concluso.