La Supertangenziale, domesticamente chiamata Gronda, già finanziata da Autostrade, è stata oggetto da parte della signora sindaco di un débat public, ma non ha fatto un metro di strada. La metropolitana genovese è lunga sette chilometri e mezzo e ci sono voluti trent’anni e sette sindaci (uno al chilometro) per arrivare a collegare le due grandi stazioni ferroviarie di Genova Principe e Genova Brignole.
Anzi, l’ultimo tratto di questo metrò, spiritosamente definito cucù, perchè ha il respiro di quegli orologi nei quali il cucù entra e esce da un binario di pochi centimetri, non è stato ancora inaugurato.
Tale lentezza contraddistingue ogni decisione che riguarda il territorio: dal famoso superbacino, un’attrezzatura fondamentale per rilanciare le Riparazioni navali, chiave di volta dell’industria marittima, che non sanno dove costruire, a un nuovo stadio del calcio diventato un giochino da risiko che non appassiona più nessuno, vista la vacuità delle decisioni. Le banche con in testa la potente Carige, rimasta autonoma, indipendente dai grandi gruppi e diventata per stato di patrimonializzazione la sesta in Italia e perfino la Curia arcivescovile, dove domina il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei e oggi considerato addirittura papabile, sono i silenziosi portavoce della preoccupazione da paralisi decisionale. Vorrebbero che almeno si incominciasse a costruire il Terzo Valico appenninico atteso da 100 anni, e il cui tratto iniziale è già finanziato.
Collegherebbe Genova a Milano e alla pianura padana, dentro al famoso Corridoio 5 europeo, rispetto al quale gli italiani fanno la figura dei “belinoni”, se parliamo in genovese e dei pirla, se stiamo sul lato lombardo: l’Europa avanza, gli svizzeri bucano le Alpi con gallerie da 50 chilometri e gli italiani non sono in grado di fare un tunnel di 25 chilometri nell’Appennino perchè Rfi (Rete ferroviaria italiana) e Impregilo litigano sulle parcelle del Progetto Esecutivo. E Genova rimane isolata con i container del porto che intasano le autostrade, invece di filare sui treni.
Allora non restano che i sondaggi con cui distrarsi. E prendere un po’ di velocità.