Mario Draghi è andato a riferire al Capo dello Stato, un gesto politico che si compie quando il Presidente del Consiglio dei ministri di un governo ritiene che la situazione si stia facendo precaria rispetto alla voglia dei partiti di maggioranza di andare avanti insieme. Mario Draghi in Consiglio dei ministri ha avvertito, anzi constatato che così non si va avanti e Palazzo Chigi non ha smentito la frase, formalmente di conio giornalistico, quella del “se volete perdere tempo cercatevene un altro”. Forse Draghi non ha detto proprio così, ma la sostanza è quella. E la sostanza degli scambi politici di queste ore è stata appunto il così non si va avanti! La risposta dei partiti? Un corale: sì, come no…
Così come? Come sul cash
Intorno al feticcio del contante la destra tutta si è unita. Il contante come mezzo di pagamento piace a molti italiani per svariate ragioni, alcune tra le non più virtuose dal punto di vista fiscale. Ma piace soprattutto l’idea dei “soldi miei ci faccio quel che mi pare”, è un tratto socio-culturale che tradizionalmente ben si combina con un elettorato che vota a destra. Giorgia Meloni è arrivata a dire che poter pagare in contanti fino a 2000 euro invece che fino a 1000 dà ossigeno e nutrimento all’economia. Apprezzabile la sincerità della leader, bastava che aggiungesse nera ad economia e l’aveva detta tutta. Comunque è soprattutto per una sorta di ideologia elettorale che la destra tutta ama contante libero nei pagamenti. D’istinto e di cuore quindi si è trovata unita nel bocciare con un voto in Parlamento il limite a mille euro pagamento cash 2022, con gioia ha rinviato al 2023. Con baldanza la destra unita ha comunicato che Draghi e il governo Draghi sono come un nonno cui si dice sì per convenzione ma poi si fa ovviamente altrimenti.
Come sull’Ilva
La sinistra ha i suoi feticci, ci mancherebbe. Ad esempio è una vita che racconta a se stessa la favola della grande acciaieria che produceva tanti posti di lavoro, tantissimo acciaio e ancora più ambiente pulito…Anzi l’acciaio nella favola è marginale, la grande fabbrica produce stipendi e aria buona. Così che, quando ha visto che il governo aveva destinato circa 500 milioni a far sì che l’acciaieria producesse acciaio, la sinistra si è offesa e turbata e quei milioni li ha dirottati sulla bonifica ambientale.
Come su tutto…
Cash ed ex Ilva sono esempi, i più freschi in ordine di tempo. Il più è in arrivo: i partiti tutti di maggioranza ch vogliono governo faccia più debito (scostamento di Bilancio) quando il costo del debito sta aumentando. I partiti tutti impegnati nel gioco: inventati il tuo bonus. E presto, già ora, l’ala destra della maggioranza nella parte del Green Pass addio e tanti saluti al Covid, fagli ciao che è finito.
Il gioco dei partiti di maggioranza è…
Dico sì alle decisioni del governo di cui faccio parte, dico sì in Consiglio dei ministri. Poi esco fuori, vado in Parlamento, sui social e in tv e dico che sicuramente e fieramente cambierò ciò a cui ho detto di sì. Questo gioco rende il governare un campo impraticabile. I partiti sono decisamente sicuri che giocare a questo giuoco sia nella loro natura e missione, non quella appunto del governare, cioè distribuire dei No e dei Sì. Natura e missione è non dispiacere alla propria gente e blandire la gente tutta. Dicendo sì in Consiglio dei ministri e disfacendo in Parlamento e ovunque possono, i partiti avvertono se stessi come una doverosa Penelope. Sì, certo: hanno appena eletto un Capo dello Stato e accettato (subito) un Presidente del Consiglio in nome dell’unità nazionale, unità per cambiare i connotati al paese con i soldi del Pnrr. Ma in realtà non vogliono, non sanno come e non saprebbero perché cambiare nulla. Sono i partiti entità a rimorchio e fotocopia dell’esistente, il riformare, dare nuova forma all’esistente li terrorizza più che imbarazza. E per loro attività contro natura. La loro natura ed essenza è la propaganda reciprocamente ostile.
Dal primo aprile…
Un esempio, forse il più macroscopico a parte la questione dei soldi. Comprensibilmente e giustamente monta il tutto via alla pandemia (mascherine, green pass…) ma disgraziatamente e incoscientemente nessuno dice che fare questo sarà davvero sicuro quando avranno avuto la terza dose i 10 milioni di italiani che ancora non ce l’hanno. Fa bello vestirsi da liberatori dal Green Pass, sarebbe serio ma fa fatica assumersi la responsabilità di dire alla gente che tutto aperto e tutti libero è conseguenza della vaccinazione non ancora finita. A dire: via il Green Pass si guadagna consenso, a dire vatti a fare la terza dose se ne guadagna molto meno di consenso. Si potrebbe guadagnare in stima, ma è merce non trattata quasi nella vita pubblica italiana.
Agenda 2022: metteteci dentro crisi governo ed elezioni anticipate
Perché non è solo che “così non si può andare avanti” come Draghi ha detto a Mattarella e ai partiti della maggioranza, è che con tutta probabilità, stando così le cose, avanti non si andrà. Scelte di governo pesanti attendono chi governa nell’anno in corso ma i partiti non sono in grado di reggerne il peso. Più prima che poi si sfileranno e comunque non sono in grado di resistere alla pesante accelerazione verso la crisi cui porta il piano inclinato della campagna per le elezioni 2023. Che forse, meno forse di prima, saranno elezioni anticipate 2022.