ROMA – Il fronte anti-francese ,in questa battaglia su chi sa fare sloggiare meglio gli immigrati, ha il fazzoletto verde. La Lega dà alla pubblica piazza la “vergogna” del capo dell’Eliseo Nicolas Sarkozy, indaffarato a gestire i flussi di clandestini in arrivo in Francia.
Primo in fila dell’esercito anti-Parigi è Luca Zaia, governatore del Veneto e ligio al dovere del partito di Umberto Bossi, che propone il boicottaggio dei prodotti francesi. «Quello dei francesi è un comportamento deplorevole, hanno reinventato le frontiere! Dovremmo mettere in piedi un sistema di controrisposte rispetto a quello che stanno facendo i francesi».
E ancora: «Lo dice uno che a suo tempo fece la lotta allo champagne: iniziamo a boicottare i loro prodotti. Sarkozy dovrebbe vergognarsi, si sta facendo la campagna elettorale su questa vicenda. I tunisini vanno caricati sulle navi e portati a casa loro».
Poi c’è un altro leghista a spingere perché i cugini d’Oltralpe vengano isolati. E’ il senatore Paolo Franco che la mette sulla questione vacanze e per fare un dispetto a Sarkò che ha rimandato indietro tutti i migranti che passavano da Ventimiglia, lancia un appello.
«Invito tutti i cittadini italiani a non recarsi in Francia per le vacanze, e a scegliere altri Paesi: è troppo comodo sentirsi parte dell’Europa solo quando questo torna utile, rifuggendo i propri doveri quando non c’è un immediato tornaconto».
Per Franco «l’atteggiamento ostile e poco costruttivo da parte della Francia nei confronti dell’emergenza immigrazione dalla Tunisia, – commenta Franco – si è trasformato nel rifiuto palese ad assumere le proprie responsabilità in termini di solidarietà e di accoglienza, così come previsto dagli accordi europei e più volte richiamato dallo stesso commissario europeo Malmstroem» .
«Pur essendo uno dei Paesi aderenti agli accordi di Schengen, in questo momento la Francia si sottrae ai propri doveri. E mentre l’Italia, nonostante sia stata lasciata da sola, ha affrontato con coraggio e determinazione un’emergenza che non ha precedenti nella storia del nostro Paese, quelli europei, e in particolare la Francia, rifiutano di assumersi la propria parte di responsabilità », continua il senatore leghista.
Il Carroccio, mentre i suoi uomini mostrano tracotanza e convinzione, forse dimentica le sue politiche in tema di immigrati e le varie battaglie contro lo straniero. Che dire che nel piano di tendopoli messo a punto dal ministro dell’Interno Roberto Maroni non c’era nemmeno una regione della Padania leghista?
Poi rispolverando un po’ di storia c’è il cosiddetto “schiaffo di Tunisi” che la Lega oggi forse non vuole ricordare. Correva l’anno 1881 e i francesi scalzarono gli italiani per stabilire il protettorato sulla Tunisia. Proprio la Tunisia che oggi fa tanto disperare Roma e anche un po’ Parigi, visto che l’estrema destra di Marine Le Pen minaccia di rubare consensi all’Ump di  Sarkozy, era l’obiettivo delle mire colonialistiche nostrane.
Il governo di  Benedetto Cairoli era proprio prendere la Tunisia, ma volendo scartare l’opzione militarista, l’Italia sperava che la Gran Bretagna facesse più della metà del lavoro opponendosi alla Francia in procinto di allargarsi al Nord Africa.
Non fu così e l’11 maggio 1881 i francesi la fecero francae superarono l’Italia che con la Tunisia aveva stretto un accordo nel 1868 per cui gli italiani nella terra d’Africa conservavano la loro nazionalità d’origine e non dipendevano che dalla giurisdizione consolare in materia civile, commerciale e giudiziaria, ma non in materia immobiliare.
Allora, come adesso, l’Italia si mostrò debole dal punto di vista internazionale, ma in Tunisia non fece mancare problemi a Parigi: alla fine ottennero gli stessi diritti di cittadinanza dei francesi di Tunisi.
Prima però gli italiani soffrirono della guerra commerciale che Parigi riservò loro, facendo così rompere gli accordi che duravano a Tunisi dal 1868. Dopo l’Unità d’italia in molti si trasferirono in Tunisia, specialmente dalla Sicilia che raggiunsero quota 70% della comunità nostrana oltre il Mediterraneo. Eravamo più dei francesi: nel 1926 un censimento fatto dalle autorità d’oltralpe rivelò che gli italiani erano  89 mila dei 173 mila europei e i francesi solo 71 mila i francesi.
La Francia decise di combattere a colpi di dazi commerciali per spazzare via la presenza italiana e chiuse le frontiere al vino e al grano del mezzogiorno italiano e al 40% delle esportazioni italiane. Il sud dell’Italia sprofondò nella crisi agricola e in molti decisero di emigrare.