ROMA – Un quarto d’ora prima delle diciotto il sito de La Repubblica annuncia: “La Consulta boccia il Porcellum: incostituzionale il premio di maggioranza e la mancanza delle preferenze“. Un quarto d’ora dopo nessun altro sito, tanto meno l’agenzia di informazioni Ansa, replicavano o suffragavano l’annuncio. Il che un po’ di suspence l’alimentava: scoop e fuga in avanti de la Repubblica? Passavano i minuti e La Repubblica aggiungeva particolari scarni ma sostanziosi: via il premio di maggioranza e introduzione di una preferenza.
Alle 18, 04 anche il Corriere della Sera doppiava l’annuncio e allora era chiaro che tutti i sismografi dell’informazione registravano la scossa di prima grandezza di un terremoto politico. La legge elettorale con la quale si è votato nel  2006, 2008 e nel 2013 è fuori di legge. Viola, va contro la Costituzione sia assegnando un premio in seggi parlamentari a chi arriva primo nei voti senza stabilire quanti voti deve come minimo ottenere per avere il premio sia consentendo ai partiti di sfornare per gli elettori liste bloccate, insomma consentendo ai partiti di nominare loro i parlamentari più che farli eleggere dal corpo elettorale.
Legge vecchia fuori legge e Costituzione, quindi legge non più vigente. Con la legge di prima, detta Porcellum e fabbricata dal centro destra, da Berlusconi-Calderoli-Fini con l’obiettivo dichiarato di rendere impossibile governare alla sinistra che si annunciava vincente, non si può più votare dopo la sentenza della Consulta.
Ma una legge con la quale votare, una legge elettorale ci deve essere sempre e deve essere sempre disponibile, altrimenti l’impossibilità di votare è impossibilità della stessa democrazia. Quindi si dovesse votare oggi con quale legge si vota? E domani come si vota? Il Parlamento che c’è, in parte non ancora pienamente legittimo perché non tutti i parlamentari hanno completato l’insediamento. Il Parlamento che c’è ha l’obbligo di fornire subito altra legge elettorale. Ne ha l’obbligo anche il governo. Se non lo fanno non hanno ragione di restare là dove sono, né il Parlamento né il governo.
Per Alfano, per Letta, per Renzi è il momento duro delle scelte chiare e veloci. Berlusconi e Grillo faranno barricate e sceneggiate. Ma una legge elettorale va fatta subito. A meno che non si voglia votare con un Porcellum amputato dalla Consulta, un proporzionale ibrido, una marmellata informe di regole che produce informe marmellata di Camera e Senato e poi di alleanza di governo. Come suicidarsi, anzi come suicidarsi con idiota crudeltà verso se stessi.