MILANO – Le caselle da riempire sono dodici, quindici se considerano anche le tre istituzioni di garanzia che ha in mente il neo sindaco di Milano Giuliano Pisapia. Sembrano tante ma sono poche soprattutto se si pensa agli “appetiti” di una coalizione composta da più partiti, ciascuno dei quali vuole il suo “posticino al sole”.
Per Pisapia, archiviata la vittoria elettorale, è tempo di scegliere la giunta. Il neo sindaco lo dice sicuro: “Sceglierò senza farmi condizionare dai partiti, pescando anche nella società civile in base alle competenze”. L’unica cosa certa è che sei posti, la metà della giunta, saranno occupati da donne. A cominciare, in teoria, dal ruolo di vicesindaco. Il primo nome della lista di Pisapia è quello di Marilena Adamo, senatrice Pd. Sulla carta avrebbe le caratteristiche richieste è donna ed è del Pd. Peccato, però, che la Adamo potrebbe non essere disponibile e potrebbe preferire il soggiorno a Roma.
Il neo sindaco, quindi, guarda anche altrove e non esclude un vicesindaco di sesso maschile. Nome possibile è quello di Stefano Boeri, uomo punta del Pd che è però un papabile anche per l’assessorato per l’Expo o per la cultura. Se invece dovesse prevalere la teoria del vicesindaco donna, le candidate sono diverse. Il quotidiano Repubblica, in un pezzo firmato da Maria Grazia Guida, snocciola una rosa di possibili vice-Pisapia: “Maria Grazia Guida, la direttrice della Casa della Carità, e Marilisa D’Amico (entrambe elette con il Pd)”. E ancora “la pasionaria di Sel Patrizia Quartieri e della sua collega di partito Daniela Benelli, ex assessore provinciale. Tra le ipotesi, l’assessorato alla Cultura per la D’Amico o la Benelli, quello alla Società (ex Politiche sociali) per la Guida. Le competenze economiche potrebbero portare in giunta Anna Puccio, manager di importanti aziende che ha lavorato con Pisapia pur senza candidarsi (e questo potrebbe essere un requisito)”.
Tanti nomi, poche certezze. Situazione che vale anche per gli altri assessorati. Al bilancio un nome papabile è quello di Davide Corritore, uno degli spin doctor della campagna elettorale di Pisapia. Per lo stesso ruolo corre, secondo Repubblica, anche Francesca Balzani, eurodeputata del Pd e già consulente del sindaco di Genova. Tra le donne in odore di possibile collocazione in giunta ci sono anche l’ex ministro Barbara Pollastrini, l’eurodeputato Patrizia Toia e Milly Moratti, l’ambientalista esclusa dal consiglio comunale. Poi c’è il Pd, che voti alla mano, chiede sei posti in Giunta. Uno dei nomi è quello di Pierfrancesco Majorino, il capogruppo uscente in Consiglio. “L’Ambiente – scrive Repubblica – sembrerebbe fatto per Carlo Monguzzi, mentre il giovane del gruppo, il già consigliere Pierfrancesco Maran, potrebbe occuparsi di Comunicazione e branding oppure di Benessere”.