ROMA – Riparte a Milano la raffica di processi a Silvio Berlusconi, ma riparte anche l’offensiva dei suoi legali nelle aule dei Tribunali e in Parlamento. Lunedì 28 febbraio è stato il giorno dell’udienza a Milano sui fondi neri per i diritti tv di Mediaset: il processo, assente il premier, riprenderà l’11 aprile ma già sabato prossimo ripartirà l’udienza preliminare del procedimento Mediatrade, mentre l’11 marzo è fissata la ripresa del processo Mills e per il 6 aprile l’inizio del processo sul caso Ruby.
Il Cavaliere quasi ci scherza su e ad alcuni imprenditori lombardi, che si propone di incontrare nei prossimi giorni, dice: ”Se accettate io sono a disposizione. Ho portato l’agenda, anche se non è molto libera con cinque udienze in undici giorni”.
Non scherza, invece, uno dei difensori del premier, Niccolò Ghedini: ”Quattro processi a Milano sono una situazione senza precedenti e al di fuori della normalità” attacca, mentre l’altro avvocato, Pietro Longo, ostenta tranquillità e dice di non essere affatto ”preoccupato per nessuno dei quattro processi; li vinciamo”.
In attesa delle prossime udienze, però, gli avvocati del premier annunciano che sarà presente l’11 aprile alla ripresa del processo disertato oggi: ”Come sempre io voglio andare. I miei avvocati me lo impediscono” si difende il Cavaliere spiegando che ”proprio Ghedini mi ha detto che oggi non era necessaria la mia presenza”.
La linea, infatti, è proprio questa: ”Non è nostra intenzione fare prescrivere i presunti reati, ma la nostra intenzione è fare il processo ed avere la possibilita’ di difenderci” spiega Ghedini parlando del processo Mediaset. Ma anche su caso Ruby Berlusconi ”ha intenzione di difendersi nel processo” ribadisce l’avvocato anche se appare probabile che per il 6 aprile, data di inizio del processo, i legali del premier presenteranno istanza di legittimo impedimento. ”Quando mi dicono di farmi processare penso ‘perdonali non sanno quel che dicono’ ” attacca Berlusconi, definendosi l’uomo ”piu’ processato d’Italia”.
È solo l’inizio di un affondo a tutto campo su tutti i temi della giustizia che stanno a cuore al Premier, dalle intercettazioni al processo breve, lo stesso che non scandalizza neppure il Presidente della Camera, Gianfranco Fini che, tuttavia, puntualizza: ”non mi preoccupa il principio contenuto nel processo breve che è sacrosanto. Mi scandalizza la norma retroattiva che il governo vuole inserirvi”. ” Sono disperato” confessa pero’ Berlusconi quando parla della riforma della giustizia davanti agli imprenditori di Confcommercio. Spiega che serve il processo breve, o meglio ”in tempi ragionevoli cosi’ come chiesto anche dall’Ue ma che la sinistra dice che non si fa, perche’ serve a Berlusconi”.
Urge, continua, anche una riforma delle intercettazioni: ”Nei paesi civili non sono neanche valide come prove” dice Berlusconi confessando di aver dovuto ”riunciare” al telefonino per evitare di essere ‘spiato’. Per questo ”mandiamo avanti prestissimo in Parlamento una legge che aveva il no di Fini”. E in Parlamento, infatti, si lavora. La maggioranza punta proprio su processo breve e intercettazioni e sembrerebbe voler rispolverare l’arma della legge ‘ex Cirielli’: una riscrittura per ridurre ulteriormente i tempi di prescrizione dei reati per gli incensurati che, tuttavia, Ghedini smentisce. Sulle intercettazioni la strada da seguire dovrebbe essere quella di riscrivere un testo senza gli ”annacquamenti” voluti dai finiani e di calendarizzarlo per marzo. Intanto, a breve, la Giunta per le Autorizzazioni dovrebbe sollevare alla Camera il conflitto di attribuzione mentre domani sera, alla Consulta giustizia del Pdl, potrebbe arrivare la bozza di riforma costituzionale sulla separazione delle carriere e del Csm.