ROMA – Maratona finale con scontri alla Camera per l’approvazione del testo sul processo breve. Entro le 20.30 l’Aula della Camera voterà il disegno di legge sul processo breve. Lo ha stabilito la conferenza dei capigruppo di Montecitorio. Alle 19 inizieranno le dichiarazioni di voto con diretta televisiva, che dovrebbero terminare entro le 20,30. Il calendario finale è stato fissato con l’intesa delle opposizioni che hanno ormai terminato i tempi a loro disposizione per intervenire. Dalle 16 dunque partiranno a raffica i voti sugli 84 emendamenti restanti e i 223 ordini del giorno.
I lavori, ripresi stamane 13 aprile alle 9,40, sono partiti subito “caldi”. Roberto Giachetti del Pd ha duramente attaccato il presidente Gianfranco Fini definendolo “il peggiore presidente per l’opposizione” per via delle sue decisioni sui tempi a disposizione della minoranza. Subito dopo l’attacco di Giachetti è intervenuto Pier Ferdinando Casini a difesa del presidente della Camera: “Inaccettabile”.
E in Transatlantico c’è chi parla di un possibile ostruzionismo dell’opposizione sui 180 voti ancora da fare sugli emendamenti: il centrosinistra potrebbe adottare qualche escamotage per rallentare le operazioni.
Nell’aula di Montecitorio si susseguono momenti di tensione per la decisione di tutti i deputati del Pd di sottoscrivere un emendamento al testo sulla prescrizione breve. Questa singolare forma di ostruzionismo ha costretto il presidente di turno, Rosy Bindi, a tenere aperti i tempi della votazione, con conseguenti proteste della maggioranza. I capigruppo del centrodestra, hanno fatto però cenno ai deputati di stare tranquilli e di non sollevare polemiche. Nel frattempo tutti i parlamentari dell’opposizione hanno sfilato davanti al tavolo degli stenografi per rilasciare il proprio cognome come sottoscrittori della proposta di modifica che ha come prima firmataria Donatella Ferranti. Alla fine la votazione è durata un bel po’, ma poi l’emendamento è stato bocciato: 310 ‘si’ contro 292 ‘no’.
Intanto nel Pdl gli animi sono in fibrillazione. A tenere compatti i deputati e tentare di dare la linea è il coordinatore Denis Verdini che ha ordinato: niente assenze e niente battibecchi. Dal canto suo Fabrizio Cicchitto non ha usato mezzi termini: “Non me ne importa niente se oggi vi scappa la pipì! Ve la tenete, e basta!”.
Per ora gli sforzi vengono premiati: cresce al voto il distacco tra la maggioranza e l’opposizione durante l’esame del testo sulla prescrizione breve. Ora si attesta tra i 16 ed i 18 voti di scarto. Colpa soprattutto delle assenze nei banchi di Fli, dove in Aula a votare non si vedono, tra gli altri, Italo Bocchino e Chiara Moroni. Qualche seggio vuoto si vede anche tra i banchi dell’Udc, dove si notano le assenze di Luca Volontè e Ricardo Merlo.
Già martedì l’Aula della Camera si era trasformata in un ring. Il Pdl ha cercato di serrare i ranghi; sul piede di guerra le opposizioni, con il Pd che ha scelto come singolare forma di ostruzionismo quella di leggere in Aula la Costituzione. I lavori dell’Assemblea, convocata anche in seduta notturna, sono andati avanti fino alle 23.30, ancora tra ostruzionismo e polemiche (per lo più procedurali, sui tempi di intervento). A ognuno dei deputati di opposizione la vicepresidente della Camera Rosi Bindi ha concesso di tenere interventi di 15 secondi ciascuno, malgrado si fossero esauriti i tempi per parlare a titolo personale. “Non conosce il regolamento” si è lamentato il deputato Pd Roberto Giachetti. “Lei ha annullato il contingentamento” l’ha accusata Fabrizio Cicchitto.