ROMA – Antonio Catricalà possiede sei immobili, due terreni in Calabria, una barca, una mercedes e 20mila euro di investimenti in Bot ma ha un mutuo ventennale da 1500 euro al mese e il suo redditto quest’anno sarà meno della metà di quello del 2010. Filippo Patroni Griffi possiede cinque fabbricati (tra cui la casa vista Colosseo presa dall’Inps dal quale ricava 2mila euro di affitto al mese), tre auto, una moto e ha 350mila euro in investimenti finanziari. Paolo Peluffo ha un saldo del conto corrente di appena 7mila 400 euro, quattro case, una macchina e un mutuo ventennale. Dopo il ministro Francesco Profumo anche il ministro della Pubblica amministrazione, Filippo Patroni Griffi, e i sottosegretari Antonio Catricalà, Paolo Peluffo e Giovanni Ferrara rendono pubblici i propri redditi. Operazione trasparenza in ritardo sui tempi previsti (tre mesi dall’insediamento del governo), ma in anticipo sulla data stabilita dall’ultimo Consiglio dei ministri (martedì prossimo).
Il sottosegretario Catricalà. L’ex presidente dell’Antitrust ci ha rimesso a fare il ministro: a fronte di una dichiarazione dei redditi nel 2010 di 740 mila euro lordi, prevede per l’anno in corso entrate per soli 200 mila euro. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio infatti non percepisce più altri stipendi oltre a quello di politico, visto che si è dimesso dalla Consulta per l’emissione delle carte valori postali e la filatelia, si è sospeso dalla docenza alla Luiss e dal Ceida, è fuori ruolo come presidente di sezione del consiglio di Stato, non percepisce più l’indennità da presidente dell’Antitrust e lo stipendio di presidente di sezione del consiglio di Stato.
Nella sua dichiarazione comunque non mancano beni mobili e immobili. Dichiara infatti di essere comproprietario di sei fabbricati: quattro a Roma, uno a Castiglione della Pescaia e uno a Catanzaro (ma l’abitazione principale è quella romana). Possiede inoltre una Sessa Key Largo 28, imbarcazione a motore immatricolata nell’aprile del 2008. E una Mercedes Ml del 2001. Catricalà, nella dichiarazione integrativa, aggiunge la proprietà del 3,10 per cento di due terreni in provincia di Catanzaro, “aventi ciascuno un reddito dominicale di 8 euro e agrario di 5 euro”. Infine Bot per 20 mila euro e un mutuo ventennale da 1.500 euro al mese.
Il ministro Patroni Griffi. Il ministro dichiara di guadagnare 205.915.54 euro. Poco più della stima di Catricalà. Questo perché Patroni Griffi segnala di essere fuori ruolo come presidente di sezione del consiglio di Stato ma mantiene la presidenza del comitato di sorveglianza del gruppo Morteo, in amministrazione straordinaria (si tratta di una fabbrica di container, la prima a partecipazione statale a essere privatizzata in Italia, nel 1992): l’indennità è di 8.665,06 euro.
Il ministro possiede cinque fabbricati tra Roma e Napoli, tra cui l’0rmai famosa casa con vista sul Colosseo comprata dall’Inps a 170mila euro, da cui prende un affitto di 2mila euro al mese. Poi dichiara tre automobili: una Bmw 320, una Ford Fiesta Plus e una Toyota Yaris, oltre a una moto. Alla voce strumenti finanziari, ci sono 392 azioni Enel e 10.300 Enel Green Power oltre a obbligazioni Bimi Tvm per un valore nominale di 60 mila euro. Ci sono poi quote di fondi comuni di investimento, che fanno capo alla Pictet Asset Management, una delle più importanti banche di gestione indipendenti d’Europa. Infine, ha affidato oltre 74 mila euro alla Fideuram Investimenti.
Peluffo e Ferrara. Paolo Peluffo, sottosegretario alla Comunicazione, è il più “morigerato”. Dichiara per il 2011 redditi per 130.846.49 euro dalla Corte dei conti e 79.555.55, come consulente per le celebrazioni dei 150 anni dall’Unità d’Italia. Attualmente percepisce dalla Corte dei conti 130 mila euro e come sottosegretario 53.639,39 euro. Abita a Roma in un appartamento da 180 metri quadri, gravato da mutuo ventennale. Ha un appartamento a Savona, in uso gratuito alla madre, un paio di cantine, un posto auto, un appartamento a Limone Piemonte e uno da 40 metri quadri a Procida, cointestato con la moglie. Possiede una Multipla del 2000 e diverse quote di fondi comuni. Anche il sottosegretario all’Interno, Giovanni Ferrara, rende noto il suo compenso annuo (172.175,01 euro) e fa sapere di avere sospeso l’attività di giudice tributario “per incompatibilità”.