ROMA – “Non è un voto di protesta ma di cambiamento“. Matteo Renzi prova ad analizzare la sconfitta del Pd nei confronti del Movimento 5 Stelle nei ballottaggi delle elezioni comunali 2016. Il premier invita ora il Partito Democratico (di cui è segretario) a riflettere sui propri errori. Non cerca quindi alibi Renzi, dice che si è trattato di un voto ragionato e non “di pancia”, dunque gli elettori hanno premiato temi e programmi, non solo slogan (“Le elezioni si sono vinte sull’ansia di cambiare i territori più che sulla protesta, la rabbia o su atteggiamenti populisti”).
Ecco i punti salienti di quello che ha detto:
“Non è un voto di protesta ma di cambiamento non solo nei comuni in cui ha vinto M5S. Ha vinto chi ha interpretato meglio l’ansia di cambiamento“. Così Matteo Renzi dopo aver ricevuto a Palazzo Chigi lo chef stellato Massimo Bottura. “Confermiamo che il voto ha ragioni di forte valenza territoriale ma c’è un elemento nazionale: una vittoria netta e indiscutibile nei comuni dei 5 stelle contro di noi”.
“Le elezioni si sono vinte sull’ansia di cambiare i territori più che sulla protesta, la rabbia o su atteggiamenti populisti” su temi come l’immigrazione o “il nostro atteggiamento in Europa”, ha sottolineato Matteo Renzi. “Sarà interessante riflettere su questi temi”. Il cambiamento non ha prevalso ovunque: “in città come Cagliari e Rimini” sono stati premiati i sindaci uscenti mentre a Milano, ha osservato il premier, “c’è stato rinnovamento nella continuità. Dunque il dato si presta ad analisi diversificate”.
“Bisogna essere molto chiari – ha premesso il premier – e usare il consueto stile di chiamare le cose con il loro nome: si è votato in 1300 comuni, i risultati sono stati molti diversi su base territoriale per dare una lettura omogenee, sono dati difficili e frastagliati ma c’è un elemento nazionale che dovremo analizzare”.
“Nel Pd faremo un confronto ampio e articolato, una discussione franca, a viso aperto, su tutte le questioni”. “A me emozionano sempre le lasagne della nonna, continuano ad emozionarmi, ad altri un po’ meno ma il punto chiaro è che noi dobbiamo come Pd riflette per dare una lettura non banale del voto, è molto più complicata. E quindi bisogna coniugare insieme i valori della nostra comunità con la capacità di aprirsi al nuovo senza scadere nel nuovismo”.
“Se c’è una cosa che il governo deve dire è un caloroso buon lavoro a tutti gli eletti. Il governo aiuterà tutti a cercare di fare bene. E noi andiamo avanti ad occuparci delle priorità istituzionali”.