Sugli scontri di ieri a Roma si รจ detto di tutto: infiltrazioni, black bloc, provocatori, la Capitale come Genova durante il G8. Tante parole per una sola convinzione: la deriva violenta che ha devastato il centro di Roma nel giorno della fiducia a Berlusconi proviene da uno sparuto gruppetto di facinorosi. Un reportage da piazza del Popolo di Carlo Bonini di Repubblica, perรฒ, ridimensiona questa veritร . E ci dice, invece, che quella violenza รจ stata decisa ed รจ stata parte integrante del movimento sceso in piazza per contestare il governo.
Bonini porta la testimonianza di Luca Casarini, del movimento โUniti contro la crisiโ. โSe qualcuno pensa di raccontarsi la favola di un pugno di violenti che tiene in scacco un movimento, si sbaglia โ dice Casarini โ Se qualcuno azzarda paragoni con il G8 di Genova รจ fuori strada. Oggi abbiamo visto un tappo saltare. A piazza del Popolo cโerano migliaia di ragazzi e ragazze. Nessuno รจ stato vittima del delirio di qualche singolo. Tutti erano consapevoli di quanto stava accadendo. Tutti sono rimasti in piazza tra i lacrimogeni e le cariche. Perchรฉ รจ lรฌ che volevano stare, per fare quello che hanno fatto. Come a Londra e a Parigi. Questo รจ un movimento tenuto insieme dalla rabbia di chi รจ schiacciato da condizioni di vita materiale sempre piรน insostenibili e dallโarroganza pubblica della politicaโ.
Scrive Bonini su Repubblica: โร un movimento senza veri leader e dallยดetร media che si abbassa, abbracciando molti studenti medi. ร un movimento che, in piazza del Popolo, va allo scontro a mani nude, cercandolo, ma senza averne preordinato o pianificato la sequenza, senza dunque un arsenale allestito alla vigilia. Che si arma dunque nella furia dellยดaggressione con quello che trova. Manici di piccone raccattati in qualche cantiere, sanpietrini, cartelli stradali e semafori divelti dal selciato, angolari di impalcature, stampelle trafugate da una vetrina sfondata, sgabelli rubati in un negozio di ottica. Che, nella devastazione, seleziona con accortezza i simboli del lussoโ.
A riprova di quanto detto, Bonini porta lโesempio di Laura, 17 anni, che โmentre lโAma comincia a ripulire piazza del Popolo, continua a saltare con le sue due amiche coetanee sotto gli archi che danno su piazzale Flaminio, canticchiando slogan da stadio (ยซLiberi, liberi, liberi. Siamooo liberi..โ). Al collo ha una sciarpa giallorossa con la croce celtica. Si dice ยซemozionataยป. Perchรฉ, aggiunge, ยซรจ la prima volta che carichiamo le guardie fuori dallยดOlimpicoยป, lo stadio. Laura non sa nulla dei โblack blocโ, degli โanarchiciโ, greci o italiani che siano, o degli anni โ70. Nei giorni del G8 2001, pettinava le bambole e andava in curva con il padre, ยซun ferroviereยป, a vedere la Roma. Il suo battesimo politico รจ oggi. E la sua acerba biografia avverte che le bussole con cui da tempo si guarda alla piazza provando a dare nome e indirizzi solidi a una rabbia liquida, sono inservibiliโ.