Beni trasferiti a titolo gratuito e su domanda, in primis ai comuni che dovranno valorizzarli e ‘trattarli bene’ se non vogliono rischiare di arrivare al commissariamento; demanio idrico-marittimo alle regioni, salvo quello sovra-regionale, ovvero il Po, il Tevere o il Lago di Garda; grandi arterie stradali, come la Cassia o l’Aurelia che restano in capo allo Stato.
Il parere della commissione bicamerale per l’attuazione del federalismo fiscale di fatto riscrive il decreto sul demanio. Ecco, in pillole, il testo messo a punto dai relatori Massimo Corsaro (Pdl) e Marco Causi (Pd) che verrà votato domani per poi passare al Consiglio dei ministri ed essere pubblicato in Gazzetta entro il 21 maggio.
BENI TRASFERITI A TITOLO GRATUTITO PER VALORIZZAZIONE, IN PRIMIS A COMUNI Dopo l’entrata in vigore del federalismo demaniale, con uno o più decreti della presidenza del Consiglio dei ministri sono individuati i beni statali che possono essere attribuiti gratuitamente (“a titolo non oneroso”) a Comuni, Province, Città metropolitane e regioni che sono tenuti a garantirne la massima valorizzazione. I beni, a partire da quelli di proprietà del ministero della Difesa, vanno in primis ai Comuni in base al principio di sussidiarietà (a meno che “esigenze di carattere unitario” ne richiedano l’attribuzione ad altri livelli di governo). Il patrimonio idrico-marittimo va alle regioni.
BENI ATTRIBUITI SU DOMANDA ENTI I beni per i quali si ipotizza il trasferimento vengono inseriti in elenchi contenuti in uno o più decreti del presidente del Consiglio entro 180 giorni dall’entrata in vigore del decreto; sulla base di questi elenchi, entro 60 giorni, le autonomie presentano una domanda di attribuzione all’Agenzia del demanio. Nella domanda va specificato anche un piano per la valorizzazione del bene.
COMMISSARIATI ENTI CHE ‘MALTRATTANO’ BENE Sono passibili di commissariamento gli enti che non rispettano gli obiettivi indicati nella domanda e non lo fanno in tempi certi.
SPESE BENI TRASFERITI FUORI DA PATTO Le spese relative a un bene o un gruppo di beni trasferiti dallo Stato alle autonomie con il federalismo fiscale non peseranno ai fini del patto di stabilità interno per un importo corrispondente a quelle già sostenute dallo Stato per la gestione di quel bene.
FONDI IMMOBILIARI RISERVATI A ENTI I fondi immobiliari ai quali possono essere conferiti i beni trasferiti dallo Stato alle autonomie, sono, almeno per il periodo di avvio della loro operatività , a esclusiva quota pubblica, riservata “agli enti territoriali conferenti”.
VENDITA BENI PER TAGLIO DEBITO Le risorse nette derivanti a ciascun ente dalla alienazione degli immobili del patrimonio loro attribuito sono acquisite dall’ente territoriale per un ammontare pari al 75% e destinate alla riduzione del debito dell’ente; la residua quota del 25% è destinata al fondo per l’ammortamento dei titoli di Stato.
PATRIMONIO IDRICO-MARITTIMO A REGIONI Entro 180 giorni dall’entrata in vigore del decreto sul federalismo demaniale, con uno o più decreti della presidenza del Consiglio dei ministri, vengono trasferiti alle regioni i beni del demanio idrico e del demanio marittimo: spiagge, laghi, fiumi. Una quota dei proventi dei canoni di concessione di quei beni va alle province. Il parere suggerisce anche di ipotizzare canoni per l’utilizzo delle derivazioni d’acqua funzionali all’esercizio degli impianti di produzione di energia determinando “valori massimi e minimi” modulabili a livello regionale. Il demanio che viene trasferito, non potrà in ogni caso essere venduto. Nel nuovo testo si prevede che sia solo lo Stato nonostante il trasferimento, a decidere un’eventuale ‘sdemanializzazione’ del bene (cioé il passaggio da demanio, che è invendibile, a patrimonio, che può invece essere ceduto).
PO E GARDA RESTANO STATALI, BRACCIANO A PROVINCIA ROMA Fiumi e laghi come il Po o il Lago di Garda che attraversano più regioni restano in capo allo Stato. Laghi come quello di Bracciano, “chiusi e privi di emissari di superficie” vanno alle province.
SEDI CAMERA E SENATO RESTANO STATALI Oltre al Quirinale, anche “i beni in uso a qualsiasi titolo al Senato della Repubblica, alla Camera dei Deputati e alla Corte Costituzionale, nonché quelli in uso a qualsiasi titolo agli organi di rilevanza costituzionale”, vengono esclusi dai trasferimenti.
ANCHE CASSIA, AURELIA E SALARIA A STATO Le reti stradali di interesse statale (così come quelle energetiche) sono escluse dal patrimonio trasferibile, resteranno dunque statali. Si parla, ad esempio, di arterie come la Cassia, l’Aurelia o la Salaria.
