Del federalismo si parla da mesi; la Lega lo sventola come panacea, arma magica in grado di cancellare tutti gli sprechi e le inefficienze del Governo centrale. Solo di una cosa il Governo ha parlato pochissimo: n0n ha detto agli italiani quanto costa. Perchè non si sa, almeno fino a stasera. Le perplessità sull’operazione la aveva esternata qualche mese fa il finiano Italo Bocchino in una lunga intervista a BlitzQuotidiano: “La verità è che al momento ancora non si sa quale siano i conti del federalismo,sia perché è difficile fare i conti, sia perché sospetto che al dunque i costi rischiano di risultare insostenibili. Non è una certezza, ma un rischio sì”.
Alla relazione, oltre ha Tremonti, ha lavorato il ministro per la Semplificazione normativa, Roberto Calderoli. Il documento, dopo la relazione, verrà trasmesso alle Camere per rispettare il termine del 30 giugno previsto dalla legge delega. La relazione è il primo passo per aprire la strada ai decreti attuativi che il governo si è impegnato a presentare a breve e che riguarderanno l’introduzione dei costi standard per le regioni, l’adozione di fabbisogni standard per comuni e province, l’autonomia impositiva delle Regioni, delle Province e dei Comuni.
Finora, la Lega e lo stesso Tremonti hanno assicurato che si tratta di un’operazione a costo zero e che, addirittura, porterà lo Stato a risparmiare da subito. Che sia ottimismo ideologico o verità, però, non è ancora dato saperlo. Di sicuro c’è che Confindustria non si allinea alle previsioni del costo zero. Al contrario, solo qualche giorno fa, un’analisi del Sole 24 Ore parlava di un costo iniziale da brivido: 133 miliardi per realizzare l’impresa nei tre settori fondamentali, ovvero sanità, istruzione e assistenza sociale.
In serata, a meno di sorprese, ne sapremo di più a patto che Tremonti accetti di “dare i numeri”. Sempre il Sole, infatti, ipotizza che il contenuto della cartellina del ministro dell’Economia possa essere decisamente meno “magico” e accattivante. Niente cifre ma solo un elenco di metodologie e i percorsi da seguire affinché il federalismo si traduca in minori costi. I conti, insomma, rischiano di essere più difficili del previsto.
