Da questa linea la Corte non si è mai allontanata troppo, né con la prima sentenza di apertura ai tempi di TeleBiella (anni 70) né con quelle successive degli anni 90, che imponevano a Retequattro e Raitre di andare sul satellite per mettere a disposizione del pluralismo le frequenze così recuperate. Sono quasi vent’anni che viviamo in regime di proroga e provvisorietà e non è ancora realtà il digitale terrestre, toccasana elaborato da Antonio Pilati e trasformato in legge da Maurizio Gasparri, mio predecessore al ministero delle Comunicazioni.
Finora il digitale terrestre non copre ancora tutta l’Italia anche se nessuno sembra essersi posto il problema. Ma il dato fondamentale è che quando finalmente il digitale terrestre sarà arrivato anche al Brennero e a Santa Maria di Leuca non ci saranno più limiti all’avvio di stazioni televisive, perché le centinaia di canali disponibili renderanno la tv pari alla stampa, aperta a tutti quelli che ne saranno capaci, nonostante tutti gli sforzi del governo Berlusconi per ridurre ancora una volta il gioco a una riserva per pochi.
La novità rispetto al passato è che questa volta nel gioco entrerà anche Sky, grazie a una precisa presa di posizione della Unione europea. Cito da Blitzquotidiano del 24 novembre che “è in dirittura d’arrivo il regolamento dell’AgCom (l’autorità che regola la materia in Italia) per la gara sui cinque multiplex per la trasmissione in digitale terrestre” e che Bruxelles ha annunciato esplicitamente che terrà d’occhio la gestione che della gara farà il Ministero dello Sviluppo Economico.
In base al regolamento dell’Agcom, Sky parteciperà alla gara per i multiplex nel gruppo dei nuovi entranti, dove sono in palio tre reti. Rai, Mediaset e Telecom, già presenti sul digitale, potranno invece gareggiare a parte per le altre due reti. Scriveva Blitzquotidiano: “Trattandosi di un “beauty contest”, termine un po’ strano che definisce una competizione nella quale si valuta la qualità dei piani editoriali, è prevedibile che i soggetti più forti si impongano. Le indiscrezioni assegnano un multiplex a testa a Sky, Mediaset e Rai, mentre a Telecom potrebbe andare la sesta rete in palio, quella per la tv in “mobilità”.
Di qui la disperazione di Berlusconi e la sua mossa azzardata. La partita è aperta e la posta in gioco molto alta. Il seguito alle prossime puntate.
