“Vieni via con me” non smette di far discutere, anche quando non è più in onda. Ieri, 25 novembre, il programma è stato motivo di un durissimo scontro nel Consiglio di amministrazione Rai: causa del contendere è stata se concedere o no il diritto di replica al movimento pro vita, dopo la puntata di lunedì 22 novembre in cui Fabio Fazio e Roberto Saviano hanno ospitato gli interventi di Mina Welby e Beppino Englaro.
Il cda si è spaccato, con l’Udc che ha votato con la maggioranza, facendo passare con sette voti su nove (compreso quello del presidente Paolo Garimberti), l’ordine del giorno firmato dal consigliere di minoranza di area udc Rodolfo De Laurentiis per il diritto di replica delle associazioni pro-vita.
I due consiglieri dell’opposizione Nino Rizzo Nervo e Giorgio Van Straten hanno abbandonato la riunione in segno di protesta, facendo sì che per la prima volta da molto tempo si rompesse l’asse che univa alla Rai l’area udc al centrosinistra. E oggi il “no alla replica” di Fazio e Saviano sarà al centro di un incontro tra il direttore generale della Rai, Mauro Masi, e il direttore di Raitre, Paolo Ruffini, che difende il programma: “Vieni via con me non è un programma a favore della morte. Anche se ha sfidato in tv il tabù della morte. Vieni via con me racconta esperienze di vita. È stato capace di portare in prima serata temi difficili e angosciosi. Ha dato voce a persone che di rado l’hanno in tv, non per costruire attraverso di loro contrapposizioni ideologiche né per usarle come armi da brandire in mano ai diversi schieramenti”.
La tesi anti-eutanasia di Giuseppe Fioroni. A favore della linea di maggioranza si schiera un deputato del Partito Democratico, il veltroniano e cattolico Giuseppe Fioroni. In un’intervista al Corriere della Sera l’ex ministro dell’Istruzione si dice “profondamente amareggiato”.
Lui, il firmatario di una lettera “per la vita” condivisa da altri 32 parlamentari cattolici del Pd, spiega: “Sarebbe terribile che migliaia di famiglie italiane, che scelgono per i loro malati cronici o terminali la strada della vita, non ottengano uno spazio in trasmissione. Potrebbe far pensare che quelle famiglie non compiono un atto d’amore in nome di una vita degna di essere vissuta a pieno titolo, ma scelgono di andare avanti per una fede oscurantista o chissà per quale futile motivo”.
“A Fazio e Saviano abbiamo riconosciuto professionalità e capacità di scuotere gli italiani dalle Malebolge di Dante, seduttori, adulatori, maghi, falsari, seminatori di discordia… Io apprezzo il programma, non ma mi sembra inverosimile che non si possa dar voce a quelle famiglie che non hanno voce e non hanno potere, a quelle persone che sacrificano ogni minuto della loro esistenza per vivere con i loro cari malati la sofferenza e la gioia”.
“Il fatto grave, conclude Fioroni, è che io non ho chiesto spazio per i politici, anche perché non ritengo che Vieni via con me sia una trasmissione da bilancino. Non ho chiesto di invitare politici a favore della vita perché ha parlato chi è per l’eutanasia. Però prendo atto che hanno ritenuto di invitare il ministro Maroni, espressione della politica e quindi di un potere. Perché allora non dare spazio anche alle famiglie che scelgono la vita e che non hanno né potere né voce?”.
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