Quelli tra Italia e Russia sono relazioni fondate in primo luogo sul rapporto personale tra il primo ministro Silvio Berlusconi e Vladimir Putin, un rapporto ”esclusivo” che e’ a volte ”irritante” per la stessa diplomazia italiana, e che si fonda in primo luogo sugli interessi italiani nell’energia. In questi termini l’ambasciatore americano a Roma, Ronald P. Spogli, il 26 gennaio del 2009 scriveva a Washington in una nota riservata e classificata come ”secret/nofron”, da non far vedere cioe’ a diplomatici stranieri.
Nella sua lunga relazione, intitolata ”Relazioni Italia-Russia: il punto di vista da Roma”, Spogli descrive nel dettaglio quali siano i principali interessi di Eni a Mosca, i rapporti con la russa Gazprom, i rapporti diplomatici ad essi collegati. Ma si sofferma soprattutto sulla figura di Berlusconi. Nei complessi rapporti tra Italia e Russia – scrive Spogli – ”un fattore concomitante non insignificante e’ il desiderio del ‘Prime Minister’ Berlusconi ad essere visto come un player importante nella politica estera, la qual cosa lo porta la’ dove altri non osano”. In piu’ di un occasione il rapporto personale di Berlusconi con Putin e’ descritto da Spogli come ”irritante”. L’ambasciatore Usa presenta in questi termini la politica italiana con Mosca: ”Berlusconi – scrive Spogli – concepisce e determina la politica dell’Italia con la Russia come fatta in prima persona, senza cercare o accettare consigli. Sono virtualmente tutti recalcitranti a confrontarsi con il premier…”.
Spogli poi riporta a Washington come ”irritante” questa conferenza stampa tenuta da Berlusconi nel novembre del 2008: ”nel novembre del 2008, dopo una disastrosa conferenza stampa nella quale, tra l’altro, il PM ha parlato dell’espansione della Nato, del riconoscimento dell’indipendenza del Kosovo, e del sistema missilistico di difesa come ‘provocazioni americane’ – scrive Spogli riferendosi a Berlusconi – (i suoi) dirigenti hanno fatto il classico gesto di nascondere la testa sotto la sabbia. In risposta alle nostre obiezioni, lo staff del premier ci ha indirizzati in modo impacciato allo stesso premier, piuttosto che riferirgli la per lui brutta notizia che (con le sue dichiarazioni) aveva appena fatto arrabbiare non solo gli americani ma anche altri membri del Gruppo di Contatto per i Balcani”.
”Lo stesso ministro degli Esteri Frattini – continua Spogli – ammette di non esercitare alcuna influenza su Berlusconi per quanto riguarda la Russia. All’inizio di settembre, durante la sua visita in Italia, l’ex vicepresidente Cheney si e’ confrontato con Frattini sull’atteggiamento molto pubblico e poco agevole per quanto riguarda il conflitto in Georgia. Un sottomesso Frattini ha sottolineato che, mentre lui ha forti opinioni sulla questione, ha ricevuto i ordini chiari dal primo ministro”.