Alla fine, dopo una giornata febbrile di discussioni e proteste, e una missione congiunta di politici abruzzesi a Roma che ha tenuto testa non solo ai funzionari del Ministero dell’Economia, l’auspicio manifestato durante la conferenza stampa di fine anno dal premier Silvio Berlusconi si è tramutato in realtà. Nel decreto ”Milleproroghe” verrà inserita la proroga di sei mesi relativa alla sospensione del pagamento dei tributi, per il terremoto del 6 aprile 2009, da parte della popolazione che vive nei Comuni del cratere.
In serata però, nonostante le decisione positiva, un centinaio di cittadini aquilani ha preso d’assalto e occupato la sede del Consiglio regionale, protestando per il diverso tipo di trattamento sulla restituzione delle tasse riservato dal Governo nei confronti di chi ha patito il sisma del 6 aprile 2009; in particolare si contesta il fatto di dovere pagare il 100% delle tasse, anche dal prossimo luglio, quando altrove (Umbria, Marche e Molise) si è pagato il 40% del dovuto, con rateizzazione in dieci anni, e, per giunta, a distanza di anni dall’evento sismico.
In mattinata il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, il presidente della Regione, Gianni Chiodi, e il presidente della Provincia, Antonio Del Corvo, partono di buon’ora per essere ricevuti a Palazzo Chigi, dove chiedono lumi sulla mancata proroga dei provvedimenti fiscali a favore delle imprese e dei cittadini residenti nel cratere al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Gianni Letta; quest’ultimo incontra poi il premier e il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, per discutere della vicenda.
Intanto la protesta si allarga a macchia d’olio in Abruzzo e, in particolare, nella città capoluogo: la Confcommercio invita le imprese all’obiezione fiscale, la Confartigianato a restituire i certificati elettorali, mentre la Confesercenti snocciola i numeri delle imprese (circa 400) a rischio di fallimento; duri gli interventi di Confindustria, Cgil, Cisl e Uil d’Abruzzo. Il premier cerca di smorzare le polemiche durante la conferenza stampa di fine anno: ”Spero di poter spostare dal primo di gennaio al primo luglio il termine di pagamento delle imposte per poter dare la possibilità alle imprese e all’economia di quel territorio”.
E mentre il Consiglio comunale dell’Aquila chiama a raccolta tutte le categorie degli aquilani, per avviare la mobilitazione, da Roma giunge, intorno alle 17, la notizia della rottura del tavolo di confronto, abbandonato da Chiodi, perché a discutere con i rappresentanti abruzzesi sono rimasti i tecnici del Ministero e non più la parte politica. Poco più di un’ora dopo arriva l’annuncio della proroga, ma a chi protesta all’Aquila questo non basta più: uno dei bigliettini lasciati sulla scrivania del vicepresidente vicario del Consiglio regionale, Giorgio De Matteis, recita un accorato ”Rivoglio la mia vita”