Per i talebani afghani qualunque cosa la Nato vorrà mettere in campo nell’ambito della ”sua occupazione” dell’Afghanistan sarà inutile perché ”il suo destino è la sconfitta”. Reagendo in tempo record alle decisioni adottate nel Vertice di Lisbona dove erano presenti i massimi rappresentanti dell’Alleanza atlantica, il presidente afghano Hamid Karzai e i delegati degli altri paesi che formano la Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf), gli insorti hanno inviato un comunicato ai media che ribadisce la linea tracciata giorni fa dal Mullah Omar.
Alla vigilia della festa islamica del Sacrificio (Eid-ul-Adha), la Guida spirituale dei talebani ha assicurato che ”estenderemo la nostra presenza a tutto il paese”, ha escluso qualsiasi ipotesi di negoziato di pace con il ”governo fantoccio” di Karzai, sostenendo infine che chi dice il contrario ”fa solo propaganda” e intende mandare ”fumo negli occhi”. Inoltre, per dare una dimostrazione della loro determinazione, gli insorti hanno attaccato nelle ultime ore il distretto di Borka nella provincia settentrionale di Baghlan. Anche se non esiste una versione ufficiale dell’esito dello scontro con le forze di sicurezza afghane, il portavoce Zabihullah Mujahid ha assicurato che i talebani ”hanno preso il controllo del distretto”.
Testimoni oculari hanno confermato soltanto che ”tutti i negozi della zona sono chiusi e che molti residenti hanno abbandonato le loro case per timore di rimanere intrappolati negli scontri. Nel comunicato inviato oggi ai media i talebani sostengono inoltre come sia ”chiaro che, dopo nove anni di occupazione, gli invasori siano destinati alla stessa sorte di quanti hanno percorso la stessa strada prima di loro”, con una allusione evidente alla ritirata dei sovietici che per molti anni occuparono l’Afghanistan. ”L’aumento delle loro truppe – si dice infine – le loro nuove strategie, i loro nuovi generali, le loro nuove trattative e la loro nuova propaganda non hanno alcun effetto” perche’ la Nato ”e’ destinata alla sconfitta”. Una posizione diversa al riguardo ha invece assunto il movimento Hezb-i-Islami di Gulbuddin Hekmatyar, il quale prima del Vertice di Lisbona ha diffuso un piano che propone l’acquartieramento delle truppe dell’Isaf nelle caserme, la progettazione di nuove elezioni entro due anni e un ritiro dei militari stranieri dopo la formazione del nuovo governo emerso dal voto.
