ROMA – Lo spagnolo Zapatero è sicuro: “Non ci faremo ingannare da Gheddafi”, il premier britannico David Cameron è chiaro: “A giudicare il rais saranno i fatti e non le parole”, il presidente francese Nicolas Sarkozy il più determinato: “La minaccia resta”. Hillary Clinton non dà scampo: “Continueremo finché non se ne va. La comunità internazionale continuerà a monitorare molto da vicino la situazione. Si possono mettere in campo diverse opzioni. Gli Stati Uniti e gli alleati vogliono vedere che Gheddafi sposti fisicamente le sue truppe dalle zone orientali della Libia. Il rais deve cadere”. Qual è il vero bluff?
Sarà l’attacco aereo di Francia, Gran Bretagna, Spagna d’accordo con l’Onu e l’America di Barack Obama o la tregua proclamata da Muammar Gheddafi?
Per quel poco che sappiamo nessuno attacca Bengasi per ora, ma i ribelli libici dicono che i fedelissimi del colonnello libico hanno messo a fuoco e fiamme Misurata, a est di Tripoli. “E’ tutto un bluff, a Misurata sparano”, ha detto il capo dei rivoltosi Khalifa Heftir.
Quel che è certo per ora è che Gheddafi si è fermato, almeno ufficialmente. Con il cessate il fuoco spera che non lo bombardino e che se lui si ferma Cina e Russia, che hanno diretto di veto all’Onu, bloccheranno Parigi, Londra e Washington.
Se il rais si muove però è spacciato, verrà bombardato. E se Gheddafi riesce a stare fermo, ad abbandonare le armi, ce la farà Obama a spostarlo da Tripoli e soprattutto a che prezzo?