“Affari privati dietro l’amicizia per Mosca”: la frase intorno alla qual ruota la vicenda Putin-Berlusconi dopo le rivelazioni di Wikileaks è descritta nel dettaglio dal Corriere della Sera, che riporta i cablogrammi tra i diplomatici americani in Italia Washington.
Nel messaggio 008676 classificato come secret noforn, quindi segreto e da occultare ai non americani secondo i criteri della diplomazia Usa, datato 28 gennaio 2010, il segretario di Stato americano Hillary Clinton ringrazia le ambasciate di Mosca e Roma per gli eccellenti resoconti forniti fino a quel momento sulle relazioni italo-russe e chiede “qualsiasi altra informazione possibile”.
In un altro cablogramma del novembre 2008 è l’ambasciatore americano dell’epoca Bush, Ronald Spogli, ad esternare preoccupazioni per i rapporti tra i premier Silvio Berlusconi e Vladimir Putin.
Berlusconi si arricchisce grazie a Putin.“Gli ultimi commenti di Berlusconi sono il culmine di una serie di infiammatori e inutili commenti in sostegno di Putin, che vanno molto oltre nel tentativo di addossare agli Usa la colpa per la paranoia della Russia. Tutti i nostri interlocutori hanno ripetuto che Berlusconi non ascolta i consigli degli esperti nel definire il suo approccio verso gli altri Stati. Sulla Russia, Berlusconi spinge questo all’estremo come un modo di guadagnare favori con i suoi interlocutori russi —con i quali numerosi (inclusi politici nel suo partito) sospettano egli abbia una relazione personale che lo arricchisce finanziariamente”.
I sospetti su Scaroni e Putin. In un cablogramma datato 28 gennaio 2010, il segretario di Stato americano Hillary Clinton chiede notizie sulle relazioni italo-russe, e in particolare domanda se i vertici italiani abbiano “influenzato la strategia russa contro gli interessi americani”. Clinton chiede poi “informazioni sulla relazione personale tra Putin e Berlusconi. Quali eventuali loro investimenti privati potrebbero essere alla base della politica estera ed economica di Russia e Italia?”. Quindi, il segretario di Stato entra ancora più nel dettaglio: “Per favore fornite ogni informazione possibile sulla relazione tra i vertici dell’Eni, in particolare il Ceo Scaroni, e il governo italiano, in particolare il premier Berlusconi e il ministro degli Esteri”.
Lo stretto legame Berlusconi-Putin. “Lo stretto legame personale di Berlusconi con Putin e i legami aziendali molto forti tra l’italiana Eni e la russa Gazprom spesso mettono l’Italia direttamente in contrasto con gli sforzi del governo americano di ridurre la dipendenza energetica dell’Europa dalla Russia. L’Eni, controllata al 30% dal governo italiano, spesso detta le strategie energetiche del governo italiano e usa la sua influenza, attraverso il governo, per bloccare i piani di liberalizzazione del mercato energetico europeo. Tuttavia l’Italia sta anche intraprendendo passi nella giusta direzione che le permetteranno di diversificare le sue fonti energetiche”.
Berlusconi gaffeur. Tra i documenti, anche giudizi personali: “La nostra relazione con Berlusconi è complessa. E’ decisamente pro-America ed è venuto incontro ai nostri interessi in un modo e a livelli che il precedente governo era riluttante o incapace a realizzare. Fa sfoggio di una presuntuosa autostima che nasce da una popolarità politica forte e stabile che lo ha reso sordo alle opinioni contrastanti. Il suo stile di governo non ortodosso, le sue frequenti gaffe e gli scandali d’alto profilo hanno spinto molti a liquidarlo come inefficiente e vacuo come leader europeo. Malgrado le sue carenze, marginalizzare Berlusconi limiterebbe un’importante cooperazione con un alleato chiave. Ha fermato la tendenza a governi italiani deboli e di vita breve”.
Le ambizioni del G8 italiano. “La gestione di Berlusconi della presidenza del G8 è stata segnata da una proliferazione di incontriministeriali accompagnata da un cambio di località all’ultimo minuto che ha preso di sorpresa anche i suoi assistenti diplomatici. Berlusconi e i suoi ministri tendono a vedere l’anno italiano alla guida del G8 più come un’opportunità per ingraziarsi Paesi fuori dal G8 come Egitto, Spagna e Libia, che come uno strumento per affrontare i problemi mondiali. Tuttavia, il suo desiderio di evitare che il G8 sotto la sua guida venga oscurato dal G20 ha spinto un’agenda ambiziosa che può portare a contributi utili”.
La dipendenza dalla Russia. “La dipendenza energetica dalla Russia, redditizi e spesso non trasparenti accordi economici tra l’Italia e la Russia, e una stretta, personale relazione tra Berlusconi e Putin hanno distorto la visione del premier fino al punto che egli crede che la maggior parte delle frizioni fra l’Occidente e la Russia sono state causate dagli Stati Uniti e dalla Nato. Berlusconi crede di agire come un mediatore e di poter restaurare uno spirito di dialogo e cooperazione tra l’Europa, gli Usa e la Russia, ma soprattutto nei termini voluti dalla Russia, rinviando ad oltranza le aperture della Nato verso Ucraina e Georgia, annacquando i tentativi dell’Ue di promuovere la democrazia in Bielorussia”.
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