In Bielorussia Alexander Lukashenko ha ordinato una nuova ondata di perquisizioni. Oltre ai giornali, i servizi di sicurezza del paese ex sovietico stanno scovando attraverso i tabulati telefonici tutte le decine di migliaia di persone che hanno partecipato ad una famoso comizio anti-governativo che si è svolto in piazza durante le ultime elezioni.
Tra i giornalisti, quelli a finire sotto al mirino dei servizi di sicurezza che qui si chiamano ancora Kgb hanno perquisito anche l’appartamento di Larisa Shirokova, collaboratrice del canale televisivo “Belsat”. Con la perquisizione sono stati portati via i computer e i registratori utilizzati dalla giornalista.
Un’altra mossa decisa è stata quella di ritirare dalla vendita di un libro di poesie scritte dal candidato presidenziale Vladimir Neklyaev.
Tra i giornalisti che sono invece stati sanzionati dal regime c’è invece il polacco Andrew Pochobut: dopo un interrogatorio da parte del Kgb, Pochobut è stato multato di 600 dollari per il solo fatto di essere stato presente in piazza. Anche il giornalista russo inviato dal quotidiano russo Konsomolskaja Pravda ha perso l’accreditamento nel paese.
Sei giornalisti bielorussi intanto restano in carcere (Natalie Radin, Khalip, Sergei Wozniak, Severinets Pavel, Dmitri Bondarenko, Alexander Feduta) e rischiano fino a 15 anni di carcere.
L’ex candidato presidenziale Vladimir Neklyaev, oltre a vedersi sequestrati i suoi libri di poesie nonché un cd con le canzoni realizzati sui suoi scritti, è stato picchiato a lungo e per ora resta in carcere.
Infine, il regime fa sapere che l’insediamento di Alexander Lukashenko per il nuovo mandato presidenziale si terrà il 21 gennaio. E sarà chiuso ai giornalisti.
