
WASHINGTON, STATI UNITI – ”Mentre festeggiamo la morte di Osama bin Laden, è stupecacente considerare quanto è costata al nostro Paese e quanto poco abbiamo ottenuto in cambio nella nostra lotta contro di lui. Secondo stime approssimative per difetto, in 15 anni bin Laden è costato agli Stati Uniti complessivamente almeno tremila miliardi di dollari, tenendo conto dei danni arrecati alla nostra economia, delle guerre, delle accentuate misure di sicurezza determinate dai suoi attacchi terroristici e degli sforzi compiuti per trovarlo”.
Lo scrive National Journal, una rivista politica di Washington molto seguita dall’establishment della capitale, inclusi funzionari della Casa Bianca, membri del Congresso e svariati enti governativi. National Journal si chiede cosa l’America ha ottenuto spendendo quell’enorme somma di denaro, e scrive: ”Due guerre che continuano ad impegnare 150 mila soldati e divorano un quarto del nostro bilancio difensivo; un gigantesco apparato di sicurezza interno che a volte ha rasentato violazioni delle libertà civili; la forte impennata dei prezzi del petrolio che va in parte attribuita alla guerra globale contro la rete terroristica di bin Laden; e una grossa fetta del nostro debito nazionale sempre in crescita che rischia di azzoppare l’economia a meno che i legislatori non trovino un compromesso per la riduzione del deficit”.
Tutto questo, prosegue National Journal, ”non ci ha dato, almeno finora, nulla di paragonabile ai progressi sociali ed economici derivati dalle battaglie contro i più costosi nostri nemici del passato. La sconfitta dell’esercito Confederato ha posto fine alla schiavitù ed ha dato una spinta alla creazione di una economia nazionale. La sconfitta di Adolf Hitler ha posto fine alla Grande Depressione introducendo un periodo di grande prosperità ed egemonia mondiale. Perfino la massiccia escalation militare causata dalla Guerra Fredda contro Joseph Stalin ed i suoi successori ha prodotto decisive svolte e scoperte che hanno rivoluzionato l’economia”.
Forse il maggior vantaggio, se ce n’è uno, ottenuto con la spesa complessiva di tremila miliardi per far fuori bin Laden, ironizza National Journal, è che è sato accelerato lo sviluppo dei droni, gli aerei telecomandati senza pilota, i Predator. Rincara la dose Linda Bilmes, docente alla John Kennedy School of Government dell’Università di Harvard: ”Abbiamo speso somme strabilianti che non hanno di molto rafforzato il nostro apparato militare e che hanno avuto un impatto minimo sull’economia”.
Meno critico, ma da un altro punto di vista, è Michael O’Hanlon, analista per la sicurezza nazionale alla Brookings Institution, che sempre sul National Journal, osserva: ”In questo contesto occorre però ammettere senza ombra di dubbio che durante la guerra a bin Laden gli Stati Uniti sono sfuggiti ad un altro catastrofico attacco sul loro territorio. Al Qaeda, sebbene non ancora distrutta, è stata gravemente colpita. Abbiamo dimostrato che teniamo ala nostra sicurezza tanto da tutelarla anche affrontando costi sostanziali”.
