NAYPYIDAW – Aung San Suu Kyi è stata nominata ministro degli Esteri della Birmania. La “Signora” premio Nobel per la Pace, alla quale la Costituzione birmana impedisce di diventare presidente malgrado la travolgente vittoria elettorale del suo partito, aveva detto che sarebbe stata “al di sopra del presidente”. Ma il suo coinvolgimento nel nuovo governo birmano sarà ancora più diretto: potrebbe raccogliere anche due o tre dicasteri sui 21 da distribuire fra 18 ministri nell’esecutivo formato dal presidente eletto, Htin Kyaw, nel quale sarà anche l’unica donna.
Da ministro degli Esteri, Aung San Suu Kyi farebbe automaticamente parte del potente Consiglio della Difesa e della Sicurezza nazionale, una sorta di super-organo di 11 membri in gran parte militari. In tal caso, però, decadrebbe da deputata, le verrebbero precluse attività all’interno del partito, e i periodici viaggi all’estero sarebbero dispendiosi per il ruolo di “presidente di fatto” che ha sempre fatto capire di volersi ritagliare, aggirando il divieto della Costituzione per i suoi legami familiari con cittadini stranieri (suo marito era britannico e britannici sono i suoi figli).
I legami tra Aung San Suu Kyi e Htin Kyaw, 69 anni, sono stretti e di lunga data. Sono stati compagni di scuola, e Htin Kyaw – laureatosi a Oxford – ha anche fatto da autista a Suu Kyi durante i brevi intermezzi in libertà nei 15 anni totali agli arresti domiciliari. L’uomo è anche marito di una deputata della Lega nazionale per la democrazia, è figlio di una delle figure storiche del partito e genero di un ex portavoce del movimento. In altre parole, è un fedelissimo.
La scelta di un uomo di assoluta fiducia si spiega anche con l’intenzione di Suu Kyi – annunciata già prima del voto di novembre – di essere “al di sopra del presidente”, e di continuare a svolgere il suo ruolo accentratore.