ROMA – Sì alle sanzioni internazionali finchè non ci sarà vera democrazia in Birmania: è questa in sintesi la posizione del premio nobel della pace Aung San Suu Kyi, candidata alle elezioni di aprile, che lo spiega in una intervista esclusiva alla Stampa.
Definendo le sanzioni ''molto efficaci'', Suu Kyi ricorda che ''la decisione dell'Unione europea è legata all'andamento delle prossime elezioni. Solo dopo si deciderà cosa farne''.
Il premio Nobel si dice ''d'accordo'' con l'impostazione europea: ''si sta discutendo su come cominciare ad eliminarle, secondo un processo calibrato''.