L’Alta Corte della Birmania ha rifiutato martedi di prendere in considerazione un’azione legale presentata dal partito di Aung San Suu Kyi diretta a invalidare leggi che impediscono alla leader agli arresti domiciliari e ad altri esponenti dell’opposizione di partecipare alle elezioni che si svolgeranno nel Paese per la prima volta da 20 anni, a quanto riferisce l?Associated Press.
Prima del rifiuto di martedì da parte dell’Alta Corte, Nyan Win, un portavoce del partito di Suu Kyi, la Lega Nazionale per la Democrazia (NLD), aveva annunciato che sarebbero state prese svariate iniziative legali per annullare cinque leggi riguardanti le elezioni, una delle quali fa divieto di partecipare alle elezioni – di cui non stata ancora fissata la data – a chiunque sia stato condannato per un crimine o faccia parte di un partito politico. Un’altra legge impone ai partiti di espellere chiunque sia stato condannato dalla magistratura pena lo scioglimento.
Suu Kyi, premio Nobel per la Pace, segretario generale e una dei fondatori della NLD è stata trovata colpevole l’anno scorso di aver violato le norme dei suoi arresti domiciliari dopo che un americano ha raggiunto a nuoto la sua abitazione, situata sulle rive di un lago. Suu Kyi è stata condannata a 18 mesi di arresti domiciliari e molti esponenti del suo partito sono in prigione.
Le prossime elezioni sono le prime dal 1990, quando il partito di Suu Kyi vinse agevolmente, ma la giunta ignorò il risultato. I generali hanno imprigionato o messo agli arresti domiciliari Suu Kyi per 14 degli ultimi vent’anni. Le elezioni, che secondo la giunta sono una ‘dimostrazione di democrazia” ma che vengono generalmente irrise come una farsa, sono dirette a rafforzare la stretta in cui i generali tengono il Paese.
La Nld non ha ancora deciso se, nelle circostanze imposte dai generali, sia opportuno partecipare alla consultazione. Una decisione in tal senso verrà presa venerdì.