La leader dell’opposizione birmana e premio Nobel per la pace, Aung San Suu Kyi, ha fatto appello al popolo birmano perché reagisca contro «una legge ingiusta», all’indomani della presentazione della legge elettorale da parte della giunta al potere. Lo riferisce il suo avvocato.
«Non avrebbe mai pensato che una legge così repressiva potesse essere approvata», ha detto Nyan Win, portavoce della Lega nazionale per la democrazia (Lnd), che ha parlato con la San Suu Kyi al suo domicilio. La premio Nobel ha spiegato che non soltanto lei «ma anche il popolo e le altre forze politiche devono rispondere insieme» alle nuove norme. La giunta militare al potere ha promulgato una legge secondo cui le persone detenute non possono appartenere ad un partito.
E la Premio Nobel è agli arresti domiciliari per un periodo di diciotto mesi per avere ospitato a casa propria un cittadino americano. La pena inizialmente comminata era di tre anni di reclusione in carcere, ma era poi stata commutata negli arresti domiciliari per ordine del leader della giunta birmana, il generale Than Shwe.