WRIGHT-PATTERSON BASE – STATI UNITI – Ricercatori della base aerea Wright-Patterson in Ohio stanno realizzando o perfezionando armi che trasformeranno i modi con cui gli americani combattono le loro guerre. All’attenzione di tutti, inclusi Casa Bianca e Pentagono, sono gli esperimenti per ridurre incredibilmente le dimensioni dei droni, quelli attualmente usati contro i talebani in Pakistan, a quelle di insetti o uccelli.
All’interno della base è stata costruita una ”micro-uccelliera” dove droni di normali dimensioni vengono ridisegnati per replicare le meccanice di volo di falene, falchi ed altri abitanti del mondo naturale. ”Stiamo cercando di capire anche come nasconderdsi all’aperto”, dice l’ingegnere aerospaziale Greg Parker tenendo in mano il prototipo di un falco meccanico che in futuro sarà in grado di effettuare missioni di spionaggio e di sparare.
Dall’altra parte del mondo, in Afghanistan, i marines hanno cominciato ad usare una sorta di pallone-dirigibile che, legato a terra, si innalza fino a 5 mila metri al di sopra di Sangin, nella provincia di Helmand, uno dei luoghi dove più sanguinosi sono gli scontri con i talebani. Il pallone, chiamato aerostato, può trasmettere collegamenti video da 15 km di distanza che mostrano dove i militanti nascondo le loro bombe fatte in casa.
Il Pentagono dispone attualmente di 7 mila droni, a paragone di 50 dieci anni fa. Nel prossimo decennio l’aeronautica militare diminuirà , il numero degli aerei pilotati, ma stima che quadruplicherà , fino a 536, il numero dei droni ”multiruolo” come i Reaper, in grado di spiare e sparare. Nei mesi recenti i droni sono diventati cruciali nella guerra al terrorismo. La Cia ha per esempio rivelato che il rifugio di Osama bi Laden in Pakistan era spiato tramite video da un drone ”invisibile” a forma di pistrello, l’ RQ-170 Sentinel, soprannominato ”la Bestia di Kandahar”. Dal 2006 oltre 1.900 insorti nelle aree tribali del Pakistan sono stati uccisi dai droni americani.
Le ricerche sono ora indirizzate verso lo sviluppo della tecnologia dello ”sbattere delle ali”, overo ricreare le leggi fisiche alla base del volo naturale , ma usando come cavie più gli insetti che gli uccelli, perchè è più difficile copiare la loro aereodinamica causa la complessità dei muscoli che muovono le loro ali. Anche disegnare gli insetti è difficile, dice Parker, ma i movimenti delle loro ali sono più semplici.
A febbraio i ricercatori hanno costruito un drone-colibrì, che può volare a 16 km l’ora e appoiallarsi su un balcone, ma è ancora un prototipo. Uno dei più piccoli droni attualmente usati sui campi di battaglia è il Raven, lungo 3 metri, che i soldati lanciano come un aereomodello oltre una collina per vedere cosa si nasconde dietro.
Alla base Wright-Patterson, il ricercatore Michael Anderson del centro tecnologico di navigazione, sta lavorando ad un’altra arma del futuro: costruire le ali di un drone che replicherà il volo della falena falco, nota per la sua capacità di restare sospesa in aria. ”E’ impressionante quello che uccelli e insetti possono fare a paragone dei nostri maldestri aerei”, dice.
