Buona affluenza alle elezioni legislative in Iraq: il 62,4% secondo la commissione elettorale. Particolarmente significativi i dati di affluenza nelle province sunnite, nonostante la minaccia di Al Qaeda, che ha provato a imporre il coprifuoco nelle province di Diyala e Salaheddin, è andato a votare il 70% degli elettori, il 61% nella provincia di Al-Anbar e 67% in quella di Ninive.
«La partecipazione dei sunniti è una tappa importante sulla strada per sconfiggere Al Qaeda, nonostante le sue minacce e le sue violenze» ha affermato Hamid Fadel, professore di Scienze politiche all’università di Bagdad. L’affluenza è stata inferiore a quella dell’elezione del 2005, ma più alta rispetto alle provinciali dello scorso anno.
È un dato ancora troppo parziale per essere realmente indicativo, ma, come riporta l’Ansa, in 9 delle 18 province il premier iracheno Nuri Al Maliki è in testa nello spoglio. Mancano ancora i risultati della regione di Bagdad, che potrebbe rivelarsi chiave perché era alto il numero degli indecisi. Nelle province sciite l’Alleanza per il diritto, il partito di Maliki, è in testa, mentre l’ex premier Iyad Allawi, a capo della lista Iraqiya, guida nelle aree sunnite. I risultati ufficiali sono attesi per la fine di marzo quindi ci vorranno mesi prima di riuscire a formare un governo, dato che probabilmente nessun blocco riuscirà a emergere come dominante.
«Le elezioni in Iraq sono un grande successo innanzitutto per gli iracheni che hanno votato malgrado il terrorismo e malgrado le bombe – ha detto il ministro degli Esteri Frattini -. È un grande risultato per tutti i Paesi come l’Italia che avevano scommesso sul rilancio democratico dell’Iraq dando anche la vita di eroici soldati italiani. Vediamo in questo risultato un primo passo, un pilastro veramente fondamentale».
Frattini ha anche sottolineato che «le donne sono state una componente essenziale in questo successo elettorale in Iraq: ho visto le donne attive in Afghanistan e in Iraq mostrare con orgoglio il dito sporco di inchiostro, dopo il voto, e questo è stato un segnale bellissimo, che ha dato anche coraggio a chi non aveva coraggio».
