MANILA (FILIPPINE) – “Come sapete, sto combattendo con l’ambasciatore americano. Un frocio figlio di puttana. Spero di non incontrarlo più. Mi ha veramente stufato”. Gli Stati Uniti non hanno apprezzato questa frase del neo presidente delle Filippine, Rodrigo Duterte, che ha insultato, in un discorso ai militari trasmesso in tv, l’ambasciatore americano a Manila, Philip Goldberg, dandogli – in dialetto locale – del “gay” e “figlio di p…”.
Il Dipartimento di Stato americano ha reagito convocando l’incaricato d’affari filippino a Washington, Patrick Chuasoto, per chiarire le “dichiarazioni inappropriate” del presidente.
Duterte, noto per il suo linguaggio sboccato, avrebbe rimproverato l’ambasciatore per essersi “immischiato durante le elezioni, facendo dichiarazioni qua e là. Non doveva farlo”, ha aggiunto il presidente parlando all’incontro con i soldati a Davao City.
Lo scontro con il diplomatico americano è iniziato lo scorso aprile quando, in piena campagna elettorale, ricordando il caso della missionaria australiana Jacqueline Hamill uccisa e stuprata da un gruppo di detenuti durante una rivolta avvenuta a Davao nel 1989, Duerte, che all’epoca era sindaco della città, raccontò che alla vista del corpo martoriato della Hamil aveva pensato che, bella com’era, sarebbe toccato al sindaco cominciare.