PARIGI – La Francia รจ “solidale con l’Italia” sull’emergenza profughi, ma, nonostante questo, i clandestini “vanno respinti” alla frontiera. Lo ha detto il ministro degli Esteri francesi, Francois Fillon, intervistato da Stefano Montefiori per il Corriere della Sera, spiegando cosรฌ il comportamento del governo transalpino, che sta respingendo gli immigrati al confine.
Fillon ha spiegato: “Proporremo alla Tunisia lโassociazione allโUnione europea in cambio di un certo numero di impegni, tra i quali quello di riprendere sul suo territorio i clandestini. A lungo termine ciรฒ che sta accadendo in Tunisia รจ davvero positivo per i tunisini, e anche per noi”.
Per quanto riguarda la situazione in Libia, il ministro ha invece specificato che la Francia non รจ mai stata contraria ad affidare alla Nato il comando delle operazioni: “Abbiamo sempre rifiutato che lโorganizzazione assumesse anche la gestione politica della missione, per una ragione semplice: lโintervento in Libia non deve apparire come unโiniziativa dellโOccidente contro il mondo arabo, perchรฉ invece รจ unโoperazione chiesta dagli arabi per evitare un massacro”.
Fillon ha evitato di alimentare la polemica sollevata dal governo italiano sul fatto di essere stato tenuto un po’ in disparte rispetto alle altre “potenze” europee nella gestione dell’emergenza libica, anzi ha detto che “ora lโItalia ha un ruolo veramente importante, per ragioni storiche รจ il Paese che ha piรน legami con la Libia e quindi puรฒ essere determinante nella fase politica che si sta per aprire. Lo dimostra il fatto che sarร lโItalia, dopo il Qatar, ad accogliere la prossima riunione del Gruppo di contatto incaricato della guida politica dellโintervento”.
Fillon ha poi giustificato i rapporti tenuti dal governo italiano e da quello francese con Gheddafi: “ร normale che degli Stati intrattengano delle relazioni con altri Stati, quali che siano i regimi che li governano. Questi rapporti sono necessari. Detto ciรฒ, riconosco che abbiamo, a torto, pensato che questi regimi fossero eterni. Purtroppo non possiamo avere rapporti solo con le democrazie, ma quando trattiamo con i Paesi autoritari occorre sempre avere presente che la loro evoluzione verso la democrazia รจ una necessitร . Dobbiamo essere piรน rigorosi e vigili”.
