Vietare una marcia gay perché dà fastidio alla maggioranza o perché tale manifestazione rischia di creare un problema di ordine pubblico costituisce una violazione della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Ad affermarlo sono i giudici della Corte di Strasburgo che oggi hanno condannato le autorità russe che tra il 2006 e il 2008 hanno impedito che si tenessero i gay pride a Mosca.
La Corte ha sottolineato che all’articolo 11 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, che sancisce la libertà di riunione e associazione, protegge le manifestazioni non violente, comprese quelle che per le idee che vogliono promuovere infastidiscono o offendono la maggioranza.
I giudici hanno inoltre sottolineato che il divieto non può essere giustificato anche se la manifestazione rischia di creare problemi di ordine pubblico. ”Se la possibilità di tensioni o di scontri tra gruppi a favore o contro un’idea durante una manifestazione dovesse risultare nella sua proibizione, la società sarebbe privata della possibilità di ascoltare punti di vista diversi da quelli della maggioranza, e questo sarebbe contrario alla Convenzione”, si legge nella sentenza.
Invece di proibire le marce, le autorità devono prendere le necessarie misure affinché queste e le eventuali contro manifestazioni si svolgano pacificamente.
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