LONDRA – “Se hai un posto sicuro, vacci”: è il consiglio che l’ex premier britannico Tony Blair diede al defunto dittatore libico Muammar Gheddafi nel 2011, quando la Libia era in fiamme. Parole che testimoniano il legame tra i due politici e che fanno parte di una serie di email inviate da Catherine Rimmer, capo della strategia di Blair (all’epoca inviato speciale per il Medio Oriente di Stati Uniti, Unione Europea, Russia e Onu), a Jake Sullivan, consigliere dell’allora segretario di Stato americano Hillary Clinton.
All’epoca di questo carteggio telematico, raccontato da Daniel Bates sul Daily Mail, Blair era già stato criticato per la “trattativa nel deserto” del 2004 e per altre lettere dai toni molto amichevoli, che iniziavano con un “Caro Muammar, spero che tu e la tua famiglia stiate bene”.
Adesso viene fuori questa nuova conversazione, con l’esplicito consiglio di Blair:
“Lo spargimento di sangue e la violenza devono assolutamente finire… Se hai un posto sicuro, dovresti andarci, perché la fine non avverrà in maniera pacifica, a meno che non finisca. Se continua per uno o due giorni ancora, oltrepasseremo il limite. Lo dico perché ci credo profondamente. Se non troviamo una via d’uscita velocemente, si arriverà al punto di non ritorno”.
La email risale al 23 febbraio del 2011. Poco dopo Gheddafi lasciò Tripoli, ma venne catturato e ucciso dai ribelli a Sirte, suo luogo di nascita, in ottobre.