TRIPOLI – Riappare in tv per la terza volta il colonnello libico Muammar Gheddafi e fa show, dal suo popolo fino alla frecciata all’Italia: “Il potere è nelle mani del popolo, sfido chiunque a dimostrare il contrario”. Riappare in pubblico, circondato dai suoi sostenitori, e torna a far sentire la sua voce in occasione del 34esimo anniversario della jamahiria, “l’instaurazione dell’autorità del popolo”. Poi attacca: “Ci saranno migliaia di morti se ci sarà un intervento militare degli Usa o della Nato in Libia”.
“Vogliono farci tornare schiavi come eravamo sotto gli italiani?”, ha detto Gheddafi: “Non lo accetteremo mai, entreremo in una sanguinosa guerra e migliaia e migliaia di libici moriranno se Usa o Nato entreranno nel Paese”.
A Roma riserva frasi del tipo: “Abbiamo costretto l’Italia ad inchinarsi, deve scusarsi per il regime coloniale, ci pentiamo del rapporto che abbiamo avuto con loro, l’Italia dovrà pagare”. E accusa l’estero di fomentare la rivolta: “Tutto quello che sta accadendo è solo un insulto alla nostra storia”, dice il colonnello, dando la responsabilità dei disordini che stanno spaccando il Paese alla rete del terrore di Bin Laden: “Ci sono i militanti di Al Qaeda e alcuni libici reduci dall’Afghanistan dietro la rivolta di questi giorni”, denuncia il raìs. Non risparmia la stampa estera, colpevole di aver “montato il caso di una sola e piccola manifestazione nella città di Bengasi”.
“Non siamo un regime presidenziale, il nostro sistema è diverso, tutto il potere è nelle mani dei comitati popolari” prosegue. “Il popolo è la guida del paese” aggiunge, sfidando la comunità internazionale chi gli chiede di dimettersi: “Dal 1977 non ho più poteri, né di tipo politico nè di tipo amministrativo”.
Poi riserva un messaggio direttamente al nostro presidente del Consiglio: ”Berlusconi ha detto che non controllo la Libia? Io gli rispondo che la famiglia Gheddafi è la Libia”.
Pronti a sostituire le compagnie straniere. Il regime libico è poronto a sostituire le compagnie petrolifere straniere “con imprese della Cina e dell’India”. Lo ha sottolineato oggi Muammar Gheddafi nel suo intervento trasmesso dalla tv di Stato. “I campi petroliferi sono sicuri cosi’ come i terminal, ma sono le compagnie petrolifere straniere che hanno paura”, ha aggiunto il rais. Gheddafi aveva in precedenza affermato che la produzione di petrolio “é ai livelli più bassi” in Libia a causa della partenza dei lavoratori delle compagnie petrolifere straniere.