L’Unione Europea e gli Stati Uniti hanno raggiunto un accordo sulle condizioni per il trasferimento dei detenuti di Guantanamo in Europa, che per ora non impegna Washington ad accoglierne alcuno. Lo hanno riferito fonti comunitarie. L’accordo sarà approvato formalmente e senza dibattito lunedì dai ministri degli Esteri, prima di un comunicato congiunto con Washington.
La decisione di accogliere qualsiasi ex detenuto spetterà a ciascun governo europeo (ma considerato che molti paesi europei fanno parte della zona-Schengen, l’accordo impegna tanto gli Usa che i paesi riceventi a scambiarsi tutte le informazioni “confidenziali” e di intelligence con le altre nazioni europee). Su quello che riguarda la possibilità che anche gli Stati Uniti accolgano ex prigionieri (come avrebbero voluto alcuni paesi europei), l’intesa non si sbilancia, sottolineando soltanto che «la responsabilità primaria di chiudere Guantanamo e trovare una residenza ai detenuti che saranno liberati ricade sugli Usa».
Il testo ha ricevuto gli ultimi ritocchi in una riunione di ambasciatori presso l’Ue e dopo una serie di negoziati in videoconferenza con i responsabili statunitensi. Alcuni paesi europei avrebbero voluto che anche gli Usa accogliessero qualche detenuto, ma Washington non ha potuto impegnarsi per iscritto (perché l’amministrazione Obama trova grande resistenze non solo tra i repubblicani). Ecco perché è stata cambiata la precedente versione, appoggiata da paesi come l’Austria e la Germania, che prevedeva un passaggio in cui gli Stati Uniti riconoscevano «la loro responsabilità di accettare alcuni ex detenuti».
«È un compromesso», ha ammesso un diplomatico europeo, «considerando che la questione è molto delicata al momento». Il documento congiunto parla anche dell’auspicio di «aiutare gli Stati Uniti a voltare pagina» su Guantanamo. Sei Paesi hanno già detto che sono disponibili ad accogliere ex detenuti: oltre all’Italia, Gran Bretagna, Francia, Portogallo, Spagna, e recentemente il Belgio.
Il documento segnala inoltre che gli Stati Uniti «considereranno» la possibilità di contribuire, caso per caso, ai costi che gli Stati dell’Ue sosterranno per ricevere i detenuti. Tutti gli ulteriori aspetti legati al ricevimento degli ex detenuti saranno trattati in forma bilaterale tra Washington e i paesi interessati.