NEW YORK – Isole Senkaku-Diaoyu, tra Cina e Giappone si mettono gli Usa. Due bombardieri americani B52 hanno sorvolato le isole contese nel Mar Cinese orientale. “Non erano armati”, hanno precisato dal Pentagono. Ma questo nulla toglie all’azione militare.
L’arrivo dei B52 avviene dopo che, lo scorso week-end, Pechino aveva annunciato l’inclusione degli arcipelaghi contesi nella propria “zona di identificazione per la difesa aerea”. In altre parole Pechino si era autorizzata a pattugliare le isole, non semplici scogli in mezzo al mare, ma isolotti ricchi di giacimenti sottomarini di gas naturale e petrolio.
Così il premier giapponese Shinzo Abe ha prima protestato e poi chiamato Washington, che ha mandato dalla base sull’isola di Guam i suoi due B52. Mettendo così alla prova la dichiarazione cinese, secondo cui tutti i velivoli che entrano nella zona devono fornire dettagliate indicazioni sui propri piani di volo.
Non è la prima volta che Washington interviene nella contesa delle Senkaku (secondo la dizione giapponese) o Diaoyu (alla cinese). Più di un anno fa, nell’ottobre del 2012, gli Stati Uniti avevano schierato la portaerei USS George Washington, di base a Yokosuka, in Giappone, e la USS John C. Stennis, per un totale di 80 jet da guerra. Anche perché l’arcipelago non fa gola solo a Pechino e Tokyo: altri due vicini, Vietnam e Filippine, hanno mire sugli isolotti. E soprattutto su quello che c’è sotto.