BERLINO – Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, ha smentito il contenuto di un’intervista sulla Libia da lui rilasciata al quotidiano tedesco Financial Times Deutschland e pubblicata oggi. ”Sì, smentisco tutto”, ha detto Frattini dopo un incontro con il ministro degli Esteri tedesco, Guido Westerwelle. ”Sono stupefatto, sono veramente stupefatto”, ha aggiunto. Il testo dell’intervista ”non corrisponde né a quello che io penso, né a quello che io ho detto”, ha aggiunto, osservando che il giornalista del quotidiano durante l’intervista ha voluto parlare in italiano. Nell’articolo, dal titolo ‘L’Italia continua a puntare sulla tribù di Gheddafi’, il giornale scrive tra l’altro che ”l’Italia non esclude di accettare un nuovo governo guidato da Gheddafi o uno dei suoi figli”.
Nell’intervista a Frattini, firmata dal giornalista Andre Tauber, il quotidiano scrive inoltre che Frattini respinge la proposta di congelamento di beni all’estero appartenenti al regime libico e riporta una frase su questo tema attribuendola al ministro: ”Non ritengo che in Francia, Germania o Italia si trovino investimenti finanziari o proprietà ”. E poi, sempre attribuendo le dichiarazioni a Frattini: ”Suppongo che essi si trovino in luoghi nei quali le sanzioni non servirebbero a niente. Si tratterebbe di una pura misura simbolica”. In questo modo, commenta l’autore, l’Italia si mette in rotta di collisione con Germania e Francia. Tauber ricorda inoltre che nei giorni scorsi – tra gli altri – anche il ministro federale degli Esteri Westerwelle e il presidente francese Sarkozy avevano richiesto sanzioni nei confronti del regime del dittatore Muammar Gheddafi.
Il giornale scrive poi che Frattini ha messo in guardia gli europei dal promuovere attivamente la caduta di Gheddafi e attribuisce questa frase al ministro: ”Paradossalmente, ciò potrebbe finire per rafforzare il regime. Potrebbero dire: guardate, l’Europa colonialista vorrebbe dettarci quello che dobbiamo fare”. Il Financial Times Deutschland, basandosi sulle dichiarazioni attribuite a Frattini, osserva inoltre che l’Italia non esclude di accettare un nuovo governo guidato da Gheddafi o uno dei suoi figli, ma sottolinea che finché (Gheddafi) continua ad utilizzare la violenza contro il suo popolo, non lo si prenderà in considerazione come interlocutore. ”Questo – scrive il quotidiano riportando un’altra frase attribuita a Frattini – è un prerequisito di ordine generale”.
Dopo le parole di Frattini, la casa editrice del Financial Times Deutschland (Ftd), la Gruner+Jahr (gruppo Bertelsmann), conferma i contenuti dell’intervista e si dichiara ”sorpresa” della reazione del ministero. ”L’Ftd conferma la sua corrispondenza”, ha detto all’Ansa il portavoce della Gruner+Jahr, Joachim Haak. ”La redazione è in possesso della registrazione dell’intervista ed è sorpresa della reazione del ministero degli Esteri” italiano, ha proseguito. Haak ha quindi spiegato che la redazione del giornale ha già ”chiesto, per iscritto, al ministero degli Esteri di indicare le parti (dell’intervista) ritenute sbagliate”.
Ma il portavoce della Farnesina, Maurizio Massari, non demorde e dice: ”Non sono assolutamente queste – ripeto – le cose dette dal Ministro Frattini e sono pronto a riascoltare insieme la registrazione”, ha detto Massari. ”E in ogni caso – ha aggiunto – nel comunicato congiunto Frattini-Westerwelle di stamattina il ministro Frattini ha ribadito che ”l’Italia condivide pienamente l’opzione dell’adozione di sanzioni personali e patrimoniali mirate che dovessero essere proposte a livello europeo”. E anche che ”l’Italia ritiene che il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite debba chiedere alle autorità libiche di consentire l’invio immediato di una missione Onu di monitoraggio della situazione sul terreno che possa poi avviare un’inchiesta indipendente sotto l’egida Onu sulle gravi violenze in territorio libico”.